Due bagni favolosi stamattina,
temporali furiosi tutto il giorno, e poi spunta il sole, giusto per
tramontare. Fosse così facile la vita, fosse così giusta.
Quell'alternanza equa di foschia e di luce, quel sapere che alla fine
di ogni buio un altro squarcio tornerà. Ma la vita non è così, è
un imbuto e non lo so, davvero io non so dire se sia colpa dei
pianeti, del momento sbagliato del nostro primo strillo, del nostro
cervello, delle scelte che prendiamo o subiamo, di cos'altro ancora.
Ma la vita non è così, è un fare a pugni col vento, che si diverte
a capriccio e poi con un solo schiaffo ci rovina al tappeto. Ma la
vita non è così, il nostro ostinato sorriderle non sa di niente,
non risolve niente come non lo risolvono gl'indentici, vani consigli
di tutte le religioni e di tutti i filosofi, “che t'incazzi a
fare?”. E vengono da chi difende Uno che s'è immolato, da chi si
gioca la vita a tentar di capirla. Non è una scelta prendersela, non
lo è soffrire. Non è possibile, semplicemente, quel distacco dalla
vita finché viviamo, quel rinunciare a noi mentre respiriamo non ha
senso, ed è inconciliabile la pretesa d'arrendersi con quella di
sperare. Non ha senso ottenere qualcosa non volendolo. Non ha senso e
fa male soffrire per non soffrire, comprimersi per non addolorarsi.
Non sono opzioni, la nostra mente è fisiologica, il libero arbitrio
è sopravvalutato. E non ha molto più senso, ed è la vera tragedia
di quegli esseri ridicoli che siamo, volerci, crederci, fingerci
buoni, per meritare un riparo, per scampare un rovescio o comunque
per superarlo. Buoni o cattivi siamo qui, esposti come alberi ai
temporali, quale resiste, quale presto o tardi schianta, ma nessun
Dio si occuperà di noi. Oggi un balcanico aggressivo, forse ubriaco,
avanzava pesante in spiaggia, litigando con tutti, invadendo ogni
ombrellone. Con la sua trombetta lancinante marcava il territorio e
pretendeva qualcosa, un venti centesimi. Nessuno glieli dava. Io non
glieli ho dati. Allora lui mi ha maledetto, con quella voce
cantilenante e minacciosa mi ha maledetto: “Tanto Dio c'è per
tutti”. Avrei voluto rispondergli: Dio non c'è per nessuno.
per tutti o per nessuno sempre equo parrebbe
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