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MARTIRI SECCHI


Le tasse? Odiose, ma non toccateci l'IMU visto che c'è. I diritti umani? Sacri, ma non azzardatevi a intervenire dove vengono travolti. Così per tutto, in base alla logica “non nel mio giardino” che per noi è una religione, anzi l'unica davvero praticata. Mai visto un simile Paese di sor Tentenna, di Bertoldi, di cavillosi: tutti hanno un buon motivo, molto sofisticato, molto intelligente, al quale il resto del mondo non aveva pensato, per chiamarsi fuori, tirarsi da parte, accettare l'inaccettabile e rinnegare i valori sbandierati. Ho creduto a lungo che la sindrome si dovesse al pregiudizio di sinistra, meglio rovinati che filoamericani, berlusconidi, di destra, poi ho capito che c'era dell'altro. Sopravvive, intendiamoci, certo pavlovianismo ideologico, certa ipocrisia, le scemenze più squallide indorate se uscite dalla bocca di nullità quali Bonino o Boldrini, le rare cose condivisibili per carità se da Berlusconi.
Ma dietro il fariseismo da sepolcri imbiancati c'è dell'altro, c'è l'attitudine levantina, bizantina a cavillare, a strolocare, ad ascoltarsi parlare, gesticolando, pensandosi più furbi, più intelligenti. Dicono i Bertoldo: ah, togliere l'IMU no che poi mettono altre tasse. E sanno benissimo che le avrebbero messe lo stesso, erano già previste, come la service tax che fu partorita da Monti, lo Stato deve continuamente inventarsene di nuove per mantenere uno status quo parassitario che nessuno ha il coraggio di tagliare. La sindrome vera è appunto il pilatismo, che si vorrebbe, si pretenderebbe virtuoso, ma sì, ci pensassero gli altri, quelli che aspettiamo si muovano al posto nostro per poterli poi accusare di superficialità, di faciloneria, di neoimperialismo. Intanto che noi ci predichiamo addosso il mondo va avanti e non ci calcola di striscio, non si accorge nemmeno delle nostre contorsioni. Ma quanto siamo acuti però! Quanto siamo sottili! Una indecisione a tutto che non è di oggi, è storica, è connaturata, infetta tutto, che si propaga come un virus. Dagli effetti surreali. Si discute se sia opportuno o meno aderire alla campagna punitiva in Siria. Si discute per non dire che non ce ne frega niente, che nessuno se la sente, facendo orrore non il destino di quelle popolazioni, di quei bambini ma la prospettiva d'immischiarsi, di compromettersi. Se la vedessero fra loro, infine, noi che c'entriamo? Certo siamo brava gente, anzi soffriamo più di tutti, da martiri secchi, lacrimando senza sporcarci, ma proprio per questo c'interroghiamo inesausti sulle soluzioni alternative: c'è chi aspetta che le potenze coinvolte si mettano d'accordo, su quali presupposti non si capisce, c'è chi se la cava con le preghiere e chi si limita a contare i soldi che spenderemmo per salvare quattro straccioni di bambini dal gas nervino. Altri, più decisi, più maturi politicamente, tracciano le loro coordinate umanitarie senza se e senza ma: sì a Vendola, no al Cavaliere. Chiacchiere a pera, che confermano l'immagine di viltà e opportunismo per la quale andiamo famosi nel mondo e tralasciano una elementare verità: se ci chiamano, dobbiamo partire per la semplice ragione che non siamo autosufficienti. Abbiamo rinunciato al nucleare civile “per non essere di destra” (ma difendendolo in forma bellica per Stati pacifici come l'Iran), però lo comperiamo un po' da tutti, dittature comprese; comperiamo anche tutto quello che potremmo estrarre o produrre da soli, perché “non nel mio giardino”, insomma noi siamo più furbi e soprattutto con le mani sciacquate, pulite. Siamo così, ci piace lo scaricabarile, l'arzigogolare blasè. E così, senza dignità, peso politico ed energia, finiamo per dir di sì a tutti fingendo ritrosia, come la più virtuosa delle puttane.

Commenti

  1. e' tutto questo che scrivi che ci rende un Paese, per lo piu', di esseri lievemente disgustosi; degni di sberleffi e insofferenza da parte del resto del Mondo, e pensare che sia per i 20 anni di berlusconismo e' da deficioni, caproni ( con , profondo , rispetto per le capre ) e vendoliani/pisapiani e grilloni.
    Vp

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