Torniamo al mare dopo alcuni
giorni costipati e una nuvola, un'onda abbacinante c'investe, decine,
migliaia di francobolli candidi: farfalle, bianche farfalline
dappertutto, a perdita d'occhio, una polluzione sorprendente, una
invasione, metri, chilometri di bianche farfalle giù giù fino a
valle, turbinano nel sole, maliziose come nel prologo di una novella
di messer Boccaccio, s'inseguono in arabeschi capricciosi, ci vengono
negli occhi, sfiorano i nostri caschi. Incantano e quasi fanno paura.
Da dove sono uscite? Rispondono a un misterioso richiamo della
natura, come le anguille che tornano a far l'amore nel Mar dei
Sargassi e qui proliferano? Succhiano i fiori di girasole, annunciano
qualche insondabile fenomeno, si preparano a morire? Ma non muoiono,
danzano nell'aria, lievi e irresponsabili, il loro canto d'ali, quel
fruscio di migliaia d'ali lascia qualcosa d'inquietante,
l'ultrasonico richiamo della vita, che resiste, che seppellisce gli
uomini e li rigenera, che da se stessa rinasce in un circolo
inspiegabile e più forte di tutto, convulso, implacabile,
inarrestabile.
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