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ITALIANI A 5 STELLE


Tutto nella setta grillina si conferma impermeabile a qualsiasi pulsione democratica, le scene richiamano più che altro sfondi nordcoreani, da Politburo o iraniani: i processi pubblici, in streaming, gli autodafè, le manifestazioni pilotate in sostegno del Caro Leader. Niente di simile s'era visto sotto nessun Berlusconi e neppure con Bossi. Sono accadimenti grotteschi, ridicoli ma con un fondo tragico, inquietante proprio perché ne emerge la totale sconoscenza, forse addirittura allergia per la dimensione democratica. E ce ne vuole per minimizzare, per dire che della Gambaro di turno non importa niente a nessuno. No, non importa niente a quelli più realisti del re, ai carrieristi ma è qualcosa che va oltre il servilismo e perfino la stupidità questo disprezzo per le più elementari esigenze pluraliste, questo non capire che nessun ente politico per quanto sconclusionato può muoversi a questo modo, può comportarsi in questo modo. A termini di Costituzione, i cui articoli vengono travolti come birilli, ma persino in senso interno: un partito, un movimento che si amministra così, o instaura un terrore vero, o salta come un tappo, cosa che in effetti gli accade.
È impensabile, implausibile eppur vero anche l'atteggiamento di questi disperati a 5 stelle che accettano di farsi processare, accettano le demenziali, inesistenti regole grillesche che demanderebbero alla rete qualsiasi decisione sul proprio destino; in barba, per l'appunto, agli articoli 67 e, volendo, perfino 68 della Costituzione (I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni, nonché sottoposti a restrizioni di sorta senza previa autorizzazione della Camera di appartenenza, ma quelli grillini possono venire processati ed espulsi pubblicamente??)
Ma non facciamola difficile. Basterà dire che la Madre di tutte le fandonie di Grillo è stata la pretesa di aver portato allo scoperto una nuova classe di italiani, giovani, impolitici, onesti, preparati. È invece affiorato il peggio dell'italianità, il cialtronismo, l'approssimazione, l'opportunismo, la viltà. Il Crimi che si addormenta in aula e si perde per Roma. La Lombardi con smanie fascistoidi che si perde gli scontrini e chiede lumi alla rete. Quello convinto che gli abbiano messo, dove, quando?, gli elettrodi sottopelle per controllarlo meglio. Quella dalle lauree finte, dai master presi ad Honolulu. Il Pizzarotti sindaco che consulta il blog di Grillo come fosse l'oroscopo. Gli eterni fuoricorso, quelli che dicevano “Perché votarmi? Perché no, dico io”, quelli che taroccavano il curriculum pur di metterci su qualcosa, quelli che non si sono vergognati di usurpare uno scranno parlamentare, senza nemmeno una preparazione superficiale, una lievissima infarinatura, tanto gli altri erano tutti ladri. E poi i cerchi magici, le sotto-sette, le faide a raffiche di smartphone per filmare anche le minzioni da produrre a scopo di ricatto o epurazione.
Con 163 esemplari di questa curiosa specie, di nessun senso, di nessuna consistenza, si voleva imporre la rivoluzione della scatola di tonno. Ma il Parlamento, così tenero che si taglia con un grillino, ha fatto affogare nel suo olio i nuovi stoccafissi e baccalà. Il movimento a 5 stelle ha confermato che c'è un'Italia peggiore del peggio, sempre in agguato, che non aspetta altro che di uscire e scippare lo Stato, accusando gli altri di averlo scippato abbastanza.

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