Succedono
cose talmente assurde da costringerti a ridere. La sottosegretaria ai
beni culturali Ilaria Borletti Buitoni dichiara a Panorama che«In
Italia si è smesso da tempo di mangiare bene, purtroppo. Siamo corsi
dietro alle mode, ai francesi, allontanandoci dalla nostra idea di
cucina». Parole che si sono subito trasformate in un caso
politico-gastronomico”. Apriti pentola: anziché mandarla a
scalpellarsi la permanente, scattano come tarantolati gli chef a 3
stelle, e per fortuna non a 5, della guida Michelin. Sentite
Massimiliano Alajmo delle Calandre di Rubano, cognome da libro di
Fantozzi, in provincia di Padova: “Leggo incredulo la dichiarazione
fatta dal Sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Carla Anna
Borletti Dell’Acqua in Buitoni – scrivono gli Alajmo, perché c'è
a dar man forte pure il fratello, in una sorta di lettera aperta -.
Tale dichiarazione fatta da chi ci dovrebbe rappresentare è la
dimostrazione che sia la persona sbagliata nel posto sbagliato. La
cultura è il bene più prezioso del nostro Paese e, la cucina
italiana ne è parte oltre ad essere una delle motivazioni principali
per la scelta di un viaggio in Italia. Il turismo in Italia è la
risorsa principale del Paese, l’unica che se ben supportata può
creare posti di lavoro perchè non automatizzabile e non
industrializzabile”. Bum! E il senatore del Pd Raffaele Ranucci,
altrimenti sconosciuto, non perde l'occasione per i suoi 15 minuti di
cottura: “Suscita quantomeno stupore il fatto che uno dei massimi
rappresentanti istituzionali che dovrebbero promuovere l’Italia nel
mondo si lasci a andare a giudizi estremamente superficiali sulla
qualità dei cuochi del Belpaese”.
Ecco, ci voleva, la
difesa accorata dei cuochi del Belpaese, inteso forse come
formaggino, umiliati e offesi. Ma davvero le scempiaggini senza
sostanza di una che ha scucito 710mila euro alla lista Monti e ne è
stata casualmente ricompensata con un posto di (troppa)
responsabilità, debbono mandare al manicomio gente che s'indovina
avere di molto più importante da fare? Sarebbe bastato chiedere a
questa faccia da maccherone se parlava in qualità di sottoministra,
anzi sottominestra, oppure di matrimoniata con un famoso impero
alimentare; e, in questo caso, di insegnarci lei l'arte culinaria,
dall'alto delle sue minestrine precotte e dei suoi conflitti
d'interessi. Invece han fatto un cafarnao ancora più ridicolo,
perdendo una occasione per lasciar cuocere una sciocca nel suo
brodino. Quanto si prendono tutti sul serio, in questo Paese, facendo
regolarmente la figura dei burattini.
ha la faccia da stracchino ammuffito, comunque una disfida tra Ilaria Carla Anna Borletti dell'Acqua in Buitoni e Massimiliano Alajmo delle Calandre di Rubano è roba pisciarsi sotto dal ridere...manco quel genio comico di Paolo Villaggio era arrivato a tanto....è una cagata pazzesca come disse Fantozzi riguardo il famoso film sulla famosa corazzata !
RispondiEliminaIl cognome é solo Alajmo.
RispondiEliminaLe Calandre é il nome del ristorante.
Rubano il paese dove si trova i sudddetto ristorante.