Ma
io non voglio andare nei templi del sale, io voglio mettermi sotto
una pianta e assaporare la cascata di verde. Da un anno aspettavo la
fioritura e adesso è tutto un tetto di foglie e scende freschezza,
io sto sotto, il sole s'immagina oltre la barriera che respira e mi
sento albero io stesso e mi sento foglia io stesso. La meraviglia di
questo perdersi, non si può raccontare. Da un anno l'aspettavo
questo spettacolo del viale tanto verde da sembrare acceso,
illuminato, scintillante: sono infinite le sfumature del verde, sono
tante quante sono le foglie, ciascuna con la sua personalità,
ciascuna la sua forma, il suo linguaggio, il suo mondo. Finalmente è
primavera davvero: per un mese sarà il tempo più bello, quando la
sera è indulgente, il tramonto si distende, il pomeriggio indugia e
dalle edicole si spande profumo di carta che si mesce a quello della
luce, dell'aria comprensiva, della sera complice. A perdita d'occhio
la trama delle foglie nel cielo, l'infinito tunnel di foglie sopra di
me, gli innumerevoli chiaroscuri che le foglie disegnano. Giochi
d'ombra dipinti dalla luce. A perdita d'occhio, la primavera in me.
Che mi fa rinascere quando mi sentivo morire. Che mi fa sorridere
quando preferirei morire. Che mi fa sperare quando la disperazione mi
ghermisce. Che mi fa arrendere al nulla che sono, pulviscolo di vita,
refolo di energia che cerca un'energia più grande, più forte, più
immensa. Non mi stanco di questo verde che mi piove addosso, che
m'impregna di sé, mi fa sentire buono, mi fa sentire giusto, mi
consegna amore da liberare. Tutto ciò che non conta è lontano
adesso. Io mi perdo in questo cielo verde, riparo in questo
indicibile porto verde ed ogni cosa mi pare bella ed ogni mio dolore
mi sembra sconfitto e trasformato. Non esiste più il tempo, non c'è
stanchezza, la paura è scomparsa. Sono tutto in questo momento
d'estasi, sono la gioia che non ho mai saputo essere. Sono la vita e
la primavera e il sole, sono la carezza che inseguivo, sono
l'universo nascosto in una lacrima. Finalmente io sono una foglia.
.. la leggera meraviglia di capire che bisogna diventare parte dell'onda, non si può rimanere scoglio..
RispondiEliminaLaura
E' da un po' che volevo dirti che il tuo modo di scrivere è tanto meravigliosamente cambiato in tutto questo tempo. E' diventato nitido, diretto, pulito. Non ci sono più i labirinti, se pur belli nella loro tortuosità, ma così pieni di ombre. Ogni frase una freccia. Una di seguito all'altra a riempire il foglio come uno stormo d'uccelli ordinato riempie il cielo. Scrivi Massimo, scrivi, è la tua arte e la stai affinando sempre più e c'è sempre più luce.
RispondiEliminaLaura
Ci provo. Finché si può. Grazie.
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