A volte si ha paura che
la vita finisca
A volte che continui solo
un giorno di più
Così mi tarmo in questo
tempo di prigione
Fuggito da barattoli
d'etere incolore
Che addorme e non
t'accorgi di stagioni di fango
Ciò che è rimasto
indietro, tutto manca e mi chiama
Non lo pesco dai mari di
parole relitte
Ma dal germoglio di
silenzio che lascia stupiti
Istupidisce il dire tra
vertigini oscure
Mi ci vuole un momento a
catturare un cuore
Mi ci vuole un istante a
lasciarlo andar via
Ma il mio corpo è un
camposanto dilapidato
Di lapidari calendari uno
ad uno stracciati
Non sono più capace, io
non ce la faccio
A sollevare il peso di un
inverno di ghiaccio
Il verme è nella mela di
vetro che mangiai
L'onda anomala infrange
ciò che non torna indietro
Non per questo risparmio
coriandoli di carne
Di strapparli dall'anima
non sono ancora pago
Dammi una ragione per
vivere altrimenti
Se me la chiami vita
questa farsa indecente
I pezzi di preghiere, le
spremute d'amore
Le lascio a chi le
merita, a chi sa guadagnare
Tenerezza di brezza e
carezze del sole
Io potrò scaldarti con
l'odore di sangue
Punte d'aghi infetti che
ti tatuano echi
Dei miei sguardi deserti
addosso ad ogni fiore
Capirò benissimo se non
ti vuoi fermare
Se ti alzi e vai via col
vento nel respiro
Prima della fine, per
salvarti vai via
Dalla malattia che
esitante ti offro
Io sono il contagio, dice
la voce mia
Delle buffonerie, le
vendette ferite
Tutte le follie che a
tradimento soffro
Lascia la natura le sue
vittime vane
Fragili tappeti di
lacrime oscene
E nessuna notte conserva
una ragione
E'
l'addio che ritorna trascinando catene
Grazie per scrivere.
RispondiElimina