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IN TE

Lasciami la tregua da me stesso
Adesso io mi ti riprendo, notte
I tuoi attimi che parlano fitti
Tarli neri dal vento portati
Per mangiarmi in silenzio la mente
Notte dal frusciare di velluto
Che i pensieri fanno attraversando
I tuoi viali sconvolti dall'aria
Della danza di veli di memoria
Nel paziente lavorio di un faro
Per le scale della mia follia
Che mi tiene compagnia, sei moglie
Esigente, che mi vuole sveglio
Ma che non conosco quasi più
Eri amica: sei scrigno di dubbi
Spugna di respiri in gabbia tu
Eri amante, sei l'eternità
D'un'attesa senza devozione
Derelitta notte di cartone
Inservibile, arida di sogni
E incognite che in te sola sciogli
Senza una parola sei sparita
Forse che t'avessi mai tradita
Fosse la ragione d'un pretesto
Ma io sempre qui, malato e desto
A cercare i tuoi passi di seta
L'estenuata pace dopo il mondo
La tua luce d'un buio profondo
Ma tu niente: fredda, indifferente
All'affetto che da te dipende
Candida di marmo senza vita
Madida raffermi la mia faccia
Così ti rintraccio io, ti sfido
Ti riprendo con l'ultimo grido
Disperato, che ti piaccia o meno
Notte, ma perché tutto è vuoto
Quando tu non parli nel mio cuore
Quando tutto muore nel segreto
Come il letto asciutto d'un fiume?
Lasciami tornare nel tuo sangue
Nell'incanto di un gatto con le unghie
Conficcate nella schiena nuda
Delle ore stese all'infinito
Lasciami la tregua da me stesso
Perché in te mi posso rinnegare
Prigioniero che alle stelle cede
Fin quando un fringuello non le uccide

Commenti

  1. Anche questa poesia e' frutto di tanta infinita passione, in questo mondo che
    non solo ha dimenticato la poesia, forse non l'ha conosciuta...mai !!
    Grazie, Massimo. la tua amica Angy

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