Forse sarà il caso di
ripensare un po' le lezioncine dei maestrini snob come Rampini, con
le sue “Tciuindia”, il presunto mélange, in punta di bocca a culo
di gallina, delle grandi democrazie emergenti come l'India, insieme
alla Cina, non ancora democratica ma sulla buona strada. Forse sarà
il caso di disilludersi, se in India, “la più grande democrazia
del pianeta”, una povera ragazza può andare al cinema col ragazzo
a vedere un film d'avventura e buoni sentimenti, “Vita di Pì”, e
non tornare più a casa, sventrata, maciullata sull'autobus da sei
figuri, complice lo stesso conducente, che poi si accaniscono anche
sul ragazzo. Forse sarà il caso di dubitare dell'ascesa di Tciuindia
e dei subcontinenti emergenti se in un solo anno nella sola India si
denunciano quasi 700 stupri, circa due al giorno, e di oltre 700
colpevoli uno solo, di straforo, viene condannato. Adesso i sei bruti
sono stati arrestati e rischiano la pena di morte. Staremo a vedere.
Ma comunque vada chi la ridà la vita a Damini, soprannome che vuol
dire luce e invece è stata spenta, è stata spezzata come la luce di
un Faro che muore nella notte? Chi la ridà, Damini, al suo fidanzato
quasi ucciso anche lui, e dovevano sposarsi a febbraio? Chi alle
altre settecento o settemila massacrate ogni anno per la sola colpa
d'essere donne?
Chissà che ne diranno da
noi i preti alla don Corsi, forse che hanno sbagliato dio, forse che
hanno sbagliato vestiario. Senza pensare che, a voler imporre una
divisa per causa di forza maggiore, poi non basta più la divisa, non
basta il velo, non basta il burqa, non basta lo scafandro. Sono
irritanti le giaculatorie del politicamente corretto delle fasce
protette, per sesso, per latitudine, per consuetudine, ma non c'è
dubbio che le donne siano ancora in pericolo in questo pianeta.
Insidiate dai loro simili, che non smettono, in India come
dappertutto, di considerarle loro nuda proprietà, giocattolo,
trastullo o sfogo. Fino a quando? Forse per sempre, perché si
preferisce parificarle nei diritti stupidi, nel consumismo, nel
carrierismo che in quelli umani, e davvero sconcerta che le stesse
donne lottino per le cose meno urgenti, che a volte costruiscano la
loro dignità volendo essere come chi le annienta. Ma di questo
olocausto, sia ben chiaro per gli stupidi e i vigliacchi, non hanno
colpa loro. Ce l'ha una civiltà che non le difende. Morire dopo
giorni d'agonia, sventrate, cancellate, perché si è donne, perché
a Natale si è andate a vedere un film romantico col fidanzato,
prendendo l'autobus, a Nuova Dheli. Damini è una luce risucchiata,
il mondo è un colossale albero di Natale dove le luci sono femmine e
vengono sbriciolate senza tregua.
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