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Vorrei
capire di quale credito va canciando il nostro primo ministro, sempre
meno tecnico sempre più politicante, sempre meno sobrio sempre più
allegro, se la agenzie di rating continuano a sconfessare le torture
che ci ha inflitto finora – quella del giorno è Moody's, peggio
che scettica sulla ripresa dell'Italia a breve termine. A noi queste
agenzie paiono quelle che sono, mafie della finanza, ma siccome uno
come il Mollusco Carnivoro ostenta fiducia in esse al limite della
dipendenza, bisognerà pure tenerne conto. Alcune proiezioni di
esperti, ma la notizia è stata subito provvidenzialmente soffocata
dai giornali che sostengono il Mollusco, ipotizzano una crisi
endemica dell'Italia addirittura fino al 2040, roba che facciamo in
tempo tutti a rinascere in forma di nuvole o farfalle. Intanto lui si
rimangia le promesse, vedi alla voce taglio dell'Irpef, e aumenta
imperterrito l'Iva, che è un modo anche banale di dare il colpo di
grazia al paese, forte di alcune allucinante convinzioni: gli
italiani mi vogliono, mi amano, mi preferiscono ai partiti, voglio
insegnare a tutti come stare al mondo. Altri ci provarono. Ma poi
l'Europa nega 670 milioni di aiuti ai terremotati d'Emilia, e il
Mollusco deve correre a negoziare coi vari Barroso Schulz. Pensa se
non lo stimavano! La verità è che questo è uno sconsiderato, un inetto assoluto, ma di quelli pericolosi per la visione a barre che hanno del mondo. Non è neppure così onesto, così disinteressato, le sue manovre criminali servono a mantenere la casta di cui sente ormai di far parte: adesso è uscito allo scoperto, si considera
l'uomo della provvidenza e ovviamente dal gioco del potere non uscirà
mai. Perché, qualcuno ci aveva per caso creduto?
occorre leggere e diffondere il saggio illuminante "La Cura Letale" di Mario Seminerio, Bur...perchè di austerity...si muore...
RispondiElimina"In parole chiare: è stata scelta la medicina sbagliata. In parole ancora più chiare: ci hanno chiesto grossi sacrifici, che rischiano di non servire a nulla. L’economia italiana rischia il collasso e attingere a piene mani dalle tasche dei cittadini non è certo la soluzione per uscire dalla crisi.
L’ennesima stagione del “rigore”, inaugurata dal governo Monti sotto la pressione di un’Europa dietro la quale vi sono le ansie e le reticenze della Germania, non è altro che una formula rimasticata, che già in passato si è rivelata inefficace. Oggi rischia di essere una ricetta sicura per il disastro. Quello di cui l’Italia ha disperatamente bisogno sono imprese libere dalla rete della burocrazia e della corruzione; un sistema di tassazione che premi chi produce e non chi gestisce una rendita; una visione politica coraggiosa, che non si accontenti di traghettarci verso la successiva tornata elettorale, ma sappia mettere in campo riforme autentiche, in grado di liberare il nostro sistema produttivo dai parassitismi che lo infestano..."