Sì, cantarlo tutto quel morire |
SENZA
VIA D'USCITA
Di
me stesso sono spettatore
Un
riflesso pieno di dolore
E
mi prende, prigionero implume
Una
smania di sbando sublime
La
mania cannibale
D'un
dolcissimo canto tribale
Sì,
cantarlo tutto quel morire
Quella
disperata frenesia
Farla
rimbalzare nei tuoi occhi
Per
non essere più così solo
Per
sentire che mi senti ancora
E
più soffro e più cantarti voglio
Portami
(sopportami) il tuo cuore
In
questa voliera cerco appigli
Che
è la vita senza via d'uscita
Senza
nidi dove rifugiarmi
Vorrei
esser l'ultimo eremita
Vorrei
bere ogni stilla di folla
Ogni
stella alla follia rubare
Del
mio sogno nato rassegnato
Più
c'è sole e più ne voglio ancora
Poi
mi strugge la pioggia in città
Il
sapore che ha, fumo e rumore
E
quando pensi che tutto sia andato, tornare
Ci
si stanca anche di paradiso
Quando
è vuoto, un volto senza naso
Si
diventa cattivi se ti privi
D'ogni
gioia indegna della gloria
Se
ti sottoponi al tradimento
Del
martirio che nessuno ha chiesto
Rendimi
(riportami) il dolore
In
questo biliardo senza sponde
Che
è la vita senza mai una sfida
Senza
buche dove rifugiarmi
Non
sarò mai l'uomo che tu vuoi
Non
cercare il mio germe di grano
Fiorirà
solo perenne attesa
Del
nudo conforto di una scusa
Di
ricordi che si scrivono
Mentre
tutto accade e non accade
Così
labile l'alibi, il confine
Tra
subire e vivere, osservare
E
esistere, e si torna al dolore
Quale
compagnia ineffabile
Questo
ceffo che non ha risposte
Non
ne dà: è tutto tranne il poco
Che
la mente esasperata illude
Quando
ode melodie di poesie
Connivente
con se stessa dirotta
Il
silenzio da onde sotterranee
Verso
un lido di pezzi di pazzia
La
bellezza non lo salva il mondo
Non
lo salva il mio canto stentato
E'
l'Avemaria di chi non spera
Si
separa da miraggi di grazia
S'accontenta
dei raggi d'ottobre
Oltre
i quali un glabro niente cresce
Strusciandosi
ai muri del tramonto
Nel
concerto frusciante di foglie
E'
l'inverno, dalle luci spente
Dai
fanali che trafiggono i viali
Di
domeniche arrese troppo presto
Della
tua figura che si ferma
Sui
tuoi passi dentro al vento forte
E'
l'inverno, dalle spiagge morte
Dalle
facce nel mare, la forma
Delle
chiglie e le bianche conchiglie
E quando pensi che
tutto sia detto, cantare
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