Lui sì che la sa lunga |
IL
SILENZIO E' D'ORO
Ma
davvero “ha vinto Grillo”, l'allucinato distributore di vane
parole? Oppure è la solita distorsione ad uso e consumo dei
semplici, che va ripetuta, con lingua di legno, perché fa comodo a
molti, per motivi diversi? Se ne parlerà sul Faro, il n. 42, tra un
paio di settimane. Non c'è fretta, proprio no: nella Sicilia
gattoparda il tempo scorre invano, accarezza urticando e tutto rimane
com'è. Cioè peggiora, che nella terra dei gattopardi è sempre
un'ottima cosa. Agitatevi pure, tanto dura un giorno. Un altro giorno
solo, da stipare di parole, fino a che un altro trauma trascurabile
non lo spazzerà via. Così tanti echi di nulla, ormai, che fa più
notizia il silenzio di un laido contadino, capofamiglia di una
famiglia orrenda, mostruosa, infame, il quale, avendo giurato d'avere
stuprato il cadavere di sua nipote appena uccisa, è
diventato una celebrità e adesso può guardare, sprezzante, la
foresta di microfoni imploranti appesi alle sue labbra. Un genio
della comunicazione, un gesto dadaista, duchampiano. E neppure
lo sa, lui tira al soldo, ha intuito che l'orrore rende liberi e il
silenzio è d'oro. Maledetti contadini, nessuno gliela fa, tantomeno
quegli inutili idioti dei giornalisti, così convinti di saperne una
più del diavolo e invece ne sanno una meno di zio Michè.
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