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EPPURE L'AMORE


EPPURE L'AMORE
Io non lo so se sono vere queste cose. Questi momenti sfioriti come rose. Queste parole che regalo e ricevo. Questo inseguire ciò che non potevo. Io non lo so se in tutta questa vita c'è un solo giorno vivo, che ho vissuto: è un mare agitato e fermo questo andare, io che non posso dormire, e che respiro; che nelle notti malate accelero il mio tempo, consumando il mio corpo, e mi sollevo a stento, come posso, quando posso, mentre il sole è già adulto, perduto il suo risveglio. E allora scrivo, ma neppure questo, sospetto a volte, è reale. Mi guardo giacere: i miei pensieri scandiscono le ore che non cambiano. Per i viali della fatica mi trascino, finché, finalmente, si fa tardi. Io non lo so se sono vere queste sere, fatte di spazi disperati dove niente è in attesa di me. Qualche volta, arriva un richiamo: ci si scambiano attese, risposte esorciste di annoiati fantasmi. Vite troppo distanti per potersi allacciare. Chiamarsi, come treni che si sfiorano su desolati binari. Chiamarsi per poi lasciarsi andare, impotenti, delusi. Io non lo so se qualcosa di me sia accaduto. Se ancora succede. Anche le notti infuocate che vi affido, quelle che restano, echi di stupendo dolore, diventano simulacri di paura. Mi sento un rintocco di campana, l'onda di un rimpianto che si spande nell'aria, sopra le campagne, divaga nel vento e s'annienta in un'onda, al largo, in una pozzanghera blu senza margini. Non so, e vorrei gridarlo, se questa tenerezza che mi divora ha una consistenza, una ragion d'essere. Se non è l'implosione che mi dilania il cuore senza neppure un pretesto, perché la mia mente è tarlata. Io non lo so, se ho mai costruito niente in questa estenuata speranza. Eppure l'amore che sento, non lo posso uccidere. Non riesco a spegnerlo. Non so negarlo. Si fa strada tra foreste di rabbia, ma c'è. Nessuna delusione può estinguerlo. Nessuna esperienza sa averne ragione. Forse solo questo rimane di me: un amore che cade in terra, rassegnato ma vivo, ancora vivo! Qui langue, fiore che non vuole morire. Qui aspetta un altro sole, sapendo bene che non per lui sorgerà: eppure lo aspetta. S'accontenta di vederlo splendere, e anche dubitando di sé non rinuncia ad amarlo. In una canzone, una rinuncia, un gesto. Nel silenzio dell'inutile attesa. Nell'ombra di se stesso derelitto. Nell'arcana carezza del gatto. Io non lo so se almeno lui sia sincero. Se esiste davvero. Eppure l'amore, disperato riflesso di ogni mia sconfitta, è talmente necessario da esserci anche se non c'è. Da colmare ogni inesistenza. Ogni conseguenza. Ogni evidenza della propria assenza.

Commenti

  1. È l'amore a lasciarci l'unico disperato bisogno di esistere. Di aggrapparci alla terra e non aver paura di urlarlo. È lo stesso di cui sono malata anch'io. Disperato bisogno di farmi ascoltare. E guardare negli occhi..ma c'è.sono io.sei tu.<3.

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