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FREGNA E FRIGNA

Oddio, povera stella

FREGNA E FRIGNA
Non sono le Olimpiadi dello sport, sono quelle della fregna, delle fregnacce e del frignare. Da una parte si fanno i servizi fotografici su quale atleta è più gnocca, e pazienza se non vince una fava, se è troppo scarsa o impegnata a posare a gambe aperte o col giavellotto in posizione strategica o se straparla solo di chiavate come la Pellegrini. Ci sono tipette che arrivano sempre ultime, ma i media si scannano per stabilire qual sia la più passerona e ci ragguagliano sui bunga bunga a cerchi inanellati. Perfetto, e adesso candidatele tutte, è tornato pure Lele Mora, che ha perso 50 chili (altro che beauty farm) ed è “un uomo diverso”, talmente diverso che per festeggiare il suo ritorno a casa, ha dato una festa con le solite troie, almeno quelle che gli sono rimaste. È sintomatica, comunque, questa ossessività sessuale nei giochi olimpici, quasi che lo sport non sapesse più fornire altre emozioni che le pulsioni primarie, quasi che gli inviati non fossero più in grado di raccontare altro che da un buco, e non della serratura.
L'altra faccia di questo sport fisiologico e infantile, quasi per compensazione, sono le lacrime. Piangono tutti. La coreana con faccia da idiota che paralizza per un'ora una finale di scherma e non se ne vuole andare e alluviona a tal punto che tutto il pubblico la segue, un'emorragia lacrimatoria. La Cagnotta, che ha ciccato l'ultimo tuffo e di conseguenza la solita medaglietta di bronzo. L'altra non mi ricordo di quale disciplina, stessa faccenda. Gli arcieri, i fucilieri, giù diluvi dagli occhi (probabilmente pensando all'Eldorado che si spalanca dopo un alloro olimpico). 
E lacrima, naturalmente, il bel giovine Schwazer, quello che alle Jene belava contro i colleghi dopati. Una tragedia nazionale, uno psicodramma, una famiglia di piagnoni sudtirolesi, pure mama Schwazer, pure papi Schwazer, dal mammismo al pappismo, e non poteva mancare l'altra ficamoscia, la Carolina, pattinatrice che dice “Sì ha sbagliato ma io resto al suo fianco”. E brava l'Anita Garibaldi a rotelle, ma che melensaggine da far cadere le palle. Specie considerando che tutte 'ste storie sono palesemente finte, false come le prestazioni di Alex, servono solo a costruire il personaggino, a spedirlo in televisione a bombe d'interviste (missione già compiuta) con somma gioia degli sponsor, del figliol prodigo e dalla famiglia innaffiatoio senza uno straccio di dignità ma – vedrete – con più soldi e ingaggi di prima. Del resto, ad ironizzare a volte si è carogna ma si fa centro: il fanciullo, tra una lagna e l'altra, l'ha ammesso, era stanco di faticare sotto il sole, meglio i reality, magari insieme alla judoka che, appena scesa dal podio (bronzo anche lei), naturalmente piangendo, ha dichiarato: “Vorrei andare all'Isola dei famosi”, alla faccia di Jigoro Kano. Le Olimpiadi giuste per il nostro salice piangente sul Colle, uno che vince i campionati mondiali di pianto dei presidenti: mai visto un altro capo di Stato così ostaggio della commozione a prescindere; immaginiamoci vedendo Schwarzy disperato (ma non troppo), le pozzanghere che i valletti dovranno asciugare.

Commenti

  1. Non è necessario essere sempre così sarcastico e cinico, puoi scrivere altrettanto bene usando altri toni...

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  2. ma perchè non lo invitano a sanremo? tanto a saviano hanno scritto il libro cocaina, le canzoni faranno sicuramwente cagare, i monologhi di fazio litizzetto pure, insomma ci sta bene un pianto in più nel pianto generale.

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    1. un pianto progressista, contro le storture del capitalismo

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  3. puzzailsignorvincenzo25 agosto 2012 alle ore 14:15

    Però un pò di fregna si vede sempre volentieri assaie, alle Olimpiadi puranchesso.

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