Tutto torna |
E'
GIA' ATTESA
Il
mare è cambiato. Appena nervoso, scosso da correnti sotterranee, non
mi vuole più, reagisce minaccioso al mio contatto. Nessuno ci entra
più, il suo messaggio è chiaro. È finita la stagione dei giochi,
degli scherzi, dell'indugiare sciolto in lui, adesso può essere
pericolosa la sua compagnia. E la spiaggia si è desolata, solo le
ultime, ostinate facce resistono fra scheletri d'ombrelloni. Ma non
abbiamo più niente da dirci, come non l'avevamo prima. “Si sta
bene adesso al mare”, dicono, si sta bene a leggere, ad ascoltare
le brezze già presagio d'autunno, quel sole che più velocemente
declina e impallidisce. No, non si sta bene, c'è profumo di morte
tutto intorno. E il mare è cambiato, il mare non serve, se ci entri,
se lo sfidi, ti punisce, ti raggela. Non è più bello nuotarci, fa
paura sentire il proprio corpo così fragile in quella massa d'acqua
estranea, ostile. Gelida. E quando ne se fuori, non ti asciughi. E in
un attimo è sera, e per le strade c'è più vuoto di prima. Dal mare
bisognerebbe fuggire quando è pieno di vita, non quando la vita lo
abbandona. Io invece non fuggo mai, non ho altre destinazioni che la
perennità di un approdo. Da qui mi risolvo ad attendere un'altro
ritorno, fra un anno, una vita; quando arriverà, se arriverà, io
sarò ancora un po' più sconfitto, perché gli inverni uccidono.
Crepita lontano un tuono. Il mare è un incubo adesso. La sua furia
trattenuta mi scaccia, mi avverte di lasciarlo solo. Digrigna i
denti, si prepara a esplodere. La riva, spazzata di vita, è il
limite della furia. Tutto sembra non essere mai stato, nessuna
estate, nessun giorno. Nessuna luce. Tutto è come prima che fosse,
mentre il mare si rotola impazzito.
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