Un grande disco |
FABIO CONCATO – TUTTO
QUA
Ci salveranno i
(quasi) sessantenni? Dopo 11 anni, Fabio Concato torna con un disco delicato,
intenso, dolente, sereno, affettuoso, fragrante. Tra pop e jazz,
canzone d'autore e orgoglio d'autore di razza, tra polvere di città
e piogge sull'asfalto della sera, vapori di mare e vibrazioni di
fisarmoniche “che non ascolta più nessuno”. Un mondo. Anche
Fabio, un gran successo, ricordate la Domenica Bestiale, Rosalina
cicciona, il Fiore di maggio e tutti quei giorni là? Dopodiché
altri dischi sempre belli, brani ancora struggenti, uno per tutti “Il
caffettino caldo”, concerti, duetti, orchestre, tante cose fatte ma
anche una sorta di rigetto, di stanchezza per lo stagno chiamato
discografia, music business. E, di conseguenza, il limbo, in base al
solito circolo demenziale: non esisti se non vai in tv ma non vai in
tv se non esisti Poi però il limbo avvolge tutti, quasi tutti e
allora si riparte da capo. Tutti da zero. E allora ci si può
autoprodurre, suonare quel che si vuole, con chi si vuole, si scovano
i collaboratori giusti, le soluzioni giuste e si fanno dischi come
questo qua. Che più lo ascolti e più lo ascolterai. Fabio non è
cambiato, è “Tutto qua”, e scusate se è poco, con la sua dolcezza elegante,
divertita, malinconica mentre scorrono immagini di una vita che non
hai più, di un'età che non hai più. In compenso, sessanta e
dintorni sono una bella età se sai come interpretarla. È tornato
Fabio Concato col suo Trenino nel petto, il suo invadente suonare in
punta di piedi. Invadente per i sentimenti e le emozioni, invadente
per quel suo sapere come si fanno i dischi, pieni di brani con
aperture melodiche commoventi e tessiture armoniche raffinate.
Concato lavora a togliere, perché conosce il jazz. Fa suonare i
silenzi nella musica, la musica nei sussurri, insomma roba che a
spiegarla pare facile, o almeno retorica, ma non è che ci arrivi
così. Bisogna vivere una vita, prima. Bisogna anche sparire nella
solitudine, nel dolore, per provare il gusto di tornare. “Però mi
piace questo tempo, specialmente sul mare”. Forse è proprio vero
che bisogna un po' stagionarsi per sentirsi giovani, per essere
liberi. E per apprezzare musica come questa. Pazienza se la salita si
fa più faticosa, anche per noi che ascoltiamo. Doveva succedere
prima o poi. Ma con questa musica qua, è tutto più facile e poi
arriva il momento di sdraiarsi sul divano a riposare. Riascoltando in
cuffia questa musica qua, che è anche migliore di ieri.
(dal Faro)
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