BAGNATO SU BAGNATO
Qui m'annego. Qui posso
pensare
Non c'è niente tranne il
mio dolore
Che rimbalza su milioni
d'onde
Pieghe in movimento che
tormentano
La coperta inquieta
d'acqua morbida.
Un gabbiano stride nel
tramonto
Poi altri, s'affrontano
nel vento
Pieni di rabbia uguale ed
impotente
Lo spavento di chi non ha
niente
Tranne un urlo e che
lotta per niente
E neppure se ne rende
conto
E' appena la natura,
aspra, crudele
Sotto un cielo fatto per
volare
E però irraggiungibile,
sprecato
Come un viale di piante
che correvi
Da solo, la libertà
assolata
Nel profumo di frutta e
di città
Finchè ti sei fermato
qui, sul molo
Quarant'anni dopo, senza
fiato
Considerando ancora il
tuo destino
Ancorato, bagnato su
bagnato
Annichilito da un
richiamo strano
Un'ebbrezza che divora e
nutre
Sopra il mare e in cuore
c'è una brezza,
Sbattono le reti, le
catene
Tese dalle bitte ai
bianchi scafi
Battezzati da creature
vive
Spezza i colori l'aria
ora matura
Senti l'odore nuovo:
piove notte
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