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LA FUGA



LA FUGA
Sono stato del diavolo e di dio
Sono stato dell'inferno e del cielo
Ma nessuno m'ha risposto e da solo
Ho salvato l'infermo che ero io
Perché conosco l'incavo del tempo
Che si rompe e silenzio ne sgorga
E una nube fosca avvolge il cuore
L'impacchetta e il gelo avanza ancora
Ruba l'aria e senti te che muori
Io mi persi tanto da capire
Che non c'era più niente da avere
Tranne una gran voglia di dormire
Sopra i tagli, sopra le rovine
D'un amare ingenuo, da bambino
Un cercare disperato e immenso
Nel passare d'anni come treni
Carichi di droga e sacchi d'ossa
Un ossesso in fuga dal suo specchio
Giunto in fondo ad un binario morto
E da lì ho scontato la mia sorte
Messo insieme tutte le sconfitte
E più giù, dove l'eternità finisce
Io strisciai dalla coscienza uscito
Per rinascere a stento da vinto
Di me stesso orfano e nemico
Io capisco adesso, riconosco
Da un lampo negli occhi o di parole
Il male che non si può dire pesco
Quella vita cancellata aiuta
Così, sono una chiesa sempre aperta
Di settembre o marzo, senza porte
Senza santi. Tu sbenda le garze
Portami i tuoi ceri di dolore
Le candele dei ricordi, i giorni
Mai vissuti nell'eterna attesa
Nella chiesa che non c'è ho già ucciso
Tutte le vendette. Ora t'aspetto
In un sabato senza più rabbia e prego
Che abbia solo rughe di pietà
La mia fuga nella tua pietà

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