UN CARNEVALE DI MENO
Morire per gioco, per divertimento, per festeggiare dopo un'operazione che aveva allungato la vita. Così si credeva. Dalla nave della morte, la Costa Concordia degli inchini e dei misteri sconci che non verranno mai del tutto svelati, continuano a risalire cadaveri: i pompieri han trovato altri quattro corpi, tra i quali quello di una bambina di 5 anni, Dayana. Sono i cosiddetti dispersi, per dire i morti ancora senza evidenza ma anche senza nessuna incertezza. Terribili le circostanze della fine, raccontate da una superstite: «Sono andati avanti e indietro. Erano dalla parte dove la gente si è salvata, poi li hanno fatti andare dall'altra, quella che poi ha iniziato a inclinarsi. Se ne sono accorti e sono tornati indietro: la bimba è scivolata, il babbo con lei. Lui era diabetico, tre-quattro anni fa ha subito un trapianto di due organi e deve prendere farmaci salvavita diverse volte al giorno, ogni tre ore. Non avevano il salvagente, nessuno dei tre: dopo lo hanno chiesto a uno con la divisa della nave e gliene ha portati due. Allora se lo sono messi la compagna di mio cugino e la bimba». Non è servito. Di una piccolina resta un sorriso timido, che mette addosso una stanchezza profonda, una cupa rinuncia a capire.
La tragedia della Costa Concordia sta degenerando in farsa: Francesco Schettino, il comandante che aveva abbandonato la nave dopo averla mandata a schiantarsi contro uno scoglio, in circostanze molto imbarazzanti e poco chiare, è considerato un eroe dai compaesani, e personalmente si ritiene sprecato: “Mi vergogno di essere italiano”. Per carnevale, qualcuno ha vestito il suo bambino, forse coetaneo di Dayana, da comandante Schettino, la carrozzina trasformata nella nave inclinata. "Volevamo essere simpatici", ha spiegato il padre. Così vanno le cose da noi.
Quella del bambino vestito da schiettino è stata un cazzotto su un occhio!!!... Non ce credo... o per lo meno vorrei non crederci... comunque se volevano essere simpatici, per me non lo sono stati per niente, anzi, sono stati tutt'altro...
RispondiEliminaMarco
Poche semplici parole usate ad arte per rappresentare l'amarezza, il disagio, il dolore per morti assurde che faticheremo ad allontanare dai nostri ricordi. Allontanare sì, perchè io, da madre, provo una stretta allo stomaco quando penso a Dayana e alla vita che non vivrà; da italiana, provo sdegno profondo per quell'infame che si vergogna di essere italiano e per i suoi compaesani, complici consapevoli, assieme a buona parte degli ufficiali e alla società armatrice, della gastrite cronica che si risveglierà in tutti noi, ogni volta che si riparlerà della Costa Concordia. Grazie MDP. LB.
RispondiElimina...e così, con simpatia, capita che carrozzina, bambino schettino, compaesani schettini, schettino originale, s'inchinano in un mare di menta...
RispondiEliminacl@ud
Ho voluto condividere con voi una piccola disperazione insinuante. Contagiarvi, forse.
RispondiEliminala morte di un bimbo è sempre una morte nella morte, una morte che strazia il cuore e la mente...il dolore per la morte di un bimbo è un dolore nel dolore...resta da chiedersi perchè la bimba non sia stata messa su una scialuppa fin da subito, fin dal momento in cui le prime scialuppe siano state calate in mare secondo la regola per cui prima i bambini e le donne devono abbandonare la nave che affonda, poi tutti gli altri...forse il padre non ha voluto metterla in una scialuppa da sola, forse si è attardato troppo....ora resta lo strazio e le domande in fondo non servono che ad accrescere il dolore....come accresce il dolore sapere che chi doveva abbandonare la nave per ultimo, anche a costo di sacrificare la propria vita, in realtà ha lasciato il comando quando ancora centinaia di persone tentavano disperatamente di salvarsi....chi, da uomo di mare e comandante, infranga una regola del genere meriterebbe di finire nei gorghi più profondi dell'oceano....altro che essere difeso da orripilanti e meschini compaesani...Davide, Milano
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