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QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DI KERALA


QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DI KERALA
Ciao Max,
Trovo la faccenda dei marò italiani piuttosto seria. Quei due connazionali (dai caratteri lombrosiani, sembrano i classici psicopatici "sparo per piacere" o "sono nato per uccidere"), se trovati colpevoli, nella peggiore delle ipotesi rischiano l'appuntamento col boia. Tuttavia non credo che si possa arrivare a tanto.
Ora, è difficile fidarsi delle balle nostre o di quelle degli indiani, perché di balle pur sempre si tratta. Sicuramente sia gli uni che gli altri stanno nascondendo parecchie cose.
In attesa dell'esito di missioni diplomatiche, di procedimenti giudiziari, elezioni e quant'altro, assistiamo con piacere ai vari deliranti commenti di sapore fascista presenti nei siti di informazione italiani: si va da un perentorio "guerra all'India, tanto siamo protetti dalla NATO" ad un più sobrio "inviamo le nostre forze speciali e liberiamoli". C'è spazio anche per i terzomondisti celentaniani, quelli duri e puri, quelli senza se e senza ma, che se ne escono con "gli indiani sono stati sfruttati per lungo tempo e hanno ragione a prescindere".
Le esternazioni indiane, nei loro siti tipo il Times of India, sono degne di nota. Voglia di revanscismo cieco da stella nascente che guarda al futuro con un sorriso, dimenticandosi però degli otto decimi (o forse nove) di popolazione con le pezze al culo... Interessanti anche le critiche economiche e sociali: passi che siamo un Paese in profonda crisi e dallo stile mafioso, ma sulla corruzione preferisco che sia un norvegese a farmi la paternale. Insomma, questa lotta tra italiani e indiani (in fin dei conti, chi sono gli uni e chi sono gli altri?) mi fa pensare ad un problema ancora più stringente: il sovrappopolamento mondiale.
Davide, Tokyo

E, come se non bastasse, il nostro governo tradisce un atteggiamento tra l'indifferente e l'incompetente. Si vede che la cosa non lo eccita.

Commenti

  1. Perchè si siano consegnati alle autorità indiane resta un mistero, potevano rimanere a bordo, la nave batte bandiera italiana e da lì con la forza la polizia indiana non poteva farli scendere....a meno che non abbiano ubbidito ad un ordine del tipo "consegnatevi, così evitiamo tensioni, poi vi tiriamo fuori"...cosa probabile, in quanto, da militari e di un reparto d'elite, nil Reggimento San Marco, sono abituati ad ubbidire....certo è che se si fosse trattato di marines USA nessuno si sarebbe azzardato a reclamarli e il loro governo non li avrebbe mai consegnati...ricordate la funivia del Cermis ?

    Davide, Milano

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  2. Anche io mi son chiesto la stessa cosa.
    Se le cose stanno come le raccontano gli italiani, il comandante della Enrica Lexie
    a) è un ingenuo caduto nel tranello;
    b) è stato minacciato dalle autorità indiane;
    c) ha ricevuto l'ordine di attraccare dalle nostre autorità.
    Quale delle tre?

    Davide, Tokyo

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