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IL SOLE


IL SOLE
Se parlo con qualcuno, in questi giorni è garantito che mi dirà: fuori c'è il sole. Non importa chi sia, un parente, un artista, un amico in ufficio. Fuori c'è il sole. E mi accorgo di quanto bisogno abbiamo di rinascere, quanta disperazione quieta custodiamo, sedimentata da un inverno di più. Fino a pochi giorni fa qui era il niente. Una macchia bianca che inghiottiva il futuro, che non lasciava scampo. Ieri mattina i campi già si scuotevano, e siamo usciti, io e mia moglie, e strizzavamo gli occhi che incontravano i raggi. È bello illudersi. Pensare che un'altra primavera ci sta investendo, anche se è presto. Anche se non servirà. Fuori c'è il sole, lasciamolo entrare dentro di noi. Questo sole che riporta profumi di scuole, di asfalto e giardinetti, di benzina di motorini, di autobus presi in un mattino d'improvviso sfolgorante, di edicole che traspirano polline di carta, di sere che – sorpresa – si stanno già allungando. Di domeniche di gite e liturgie elettorali. Di luce sul balcone e pioggia che non gela più: rinfresca. Fuori c'è il sole, scioglie i cumuli di neve nera, dimenticata da qualche parte in noi. Fuori c'è il sole e il sole siamo noi, e la primavera siamo noi. Fuori c'è il sole e la sua sinfonia porta canzoni che non abbiamo mai perduto. Perché quelle canzoni siamo noi, con tutta la nostra fragilità, che nascondiamo più della disperazione, che ci vergognamo a far volare. E invece lo siamo, fragili. Lo siamo come quei fiori che spuntano, e non reggeranno alla coda dell'inverno. Come il mio gatto, che si rotola felice sul balcone, impregnandosi di polvere e di sole. Fragili come le nostre vite che ci massacrano. Fragili come il futuro che non osiamo immaginare. Siamo fragili, ma fuori c'è il sole e il suo sfiorarci porta con sé licenza di mentirci, credendo che questa volta, questa sì davvero, questa sarà primavera, proprio come allora. Proprio come quelle che non abbiamo avuto mai.

Commenti

  1. Anche qui questo Sole che irrompe nell'inverno e ne spezza le catene, all'improvviso, senza passaggi di mezzo, lasciandoci quasi basiti per il gradevole tepore che allontana il gelo di pochi giorni orsono, è quasi una rinascita...una rinascita nel dolore e nelle pene della vita, ma senpre una rinascita...forse solo un'illusione nella sofferenza...

    Davide,Milano

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