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CIRCOLO OSCENO

 
CIRCOLO OSCENO
Lo spot per invogliare gli italiani al gioco d'azzardo col sottofondo dell'”Italiano” di Toto Cotugno è semplicemente osceno. Qui non è questione di giocare la schedina, ma di induzione alla dipendenza da scommesse. Vale la pena di ricordare che il Tesoro ha legalizzato pratiche considerate come criminali in circoli privati, bische, locali. È bastato qualche decreto per renderli accettabili, anzi doverosi, in molteplici e fantasiose variazioni, al punto che sono già nate alcune cliniche per la disintossicazione dei giocatori compulsivi, i quali, se sfigati, si rivolgono ai Sert pubblici. Dove trattano gli eroinomani. Dal libro-inchiesta “Lo Stato Bisca” di Carlotta Zavattero, apprendiamo che lo Stato ingurgita intanto il 12% secco sulle giocate; poi c'è un indotto che non finisce più e prosciuga il resto. E Monti ha appena inventato una tassa supplementare del 6% sulle vincite superiori ai 500 euro. In soldoni: per fare cassa, lo Stato punta sulle attività illecite (benché legalizzate) del gioco d'azzardo, che nei bar è vietato, ma negli stessi bar, dietro una ricevitoria, è, viceversa, caldamente consigliato.
Qualche cifra. Secondo gli ultimi dati disponibili, gli italiani nel 2010 hanno investito in scommesse 61 miliardi e mezzo, pari al 7% dei consumi. L'anno dopo, il volume è salito di un ulteriore 13%. Sono i cosiddetti giochi a soglia bassa, puntate minime ma continue, forsennate, polverizzate. Ne deriva un impoverimento collettivo, perché il 7% dei consumi letteralmente si volatilizzano. Peraltro, il ritorno è piuttosto basso per lo Stato, il margine in rapporto agli investimenti nel settore è quasi irrisorio. In realtà, tutto questo serve a fidelizzare il cliente, a originarne la dipendenza. Ognuno, anche non tecnico, non economista, può rendersi conto che questa, con ogni evidenza, non è una economia sana. E infatti sono stati creati, non a caso, organismi come l’Aira (associazione italiana responsabili antiriciclaggio) che operano nel settore dell'antiriciclaggio collegato al gioco d'azzardo. Perché poi resta da parlare di tutta quella zona grigia, quella nebulosa colossale relativa alla commistione tra economia legale e delinquenziale, per la quale forme di criminalità organizzata possono trovare il modo di investire in attività legali, ovvero rese legali dallo Stato. La contraddizione, squisita, sublime, sta in questo, che a rigor di codice penale certe pratiche restano illecite, però legalizzate e sponsorizzate dallo Stato. E davvero, quando si leggono comunicati in cui si sostiene di voler dedicare gli introiti dal gioco d'azzardo per combattere il gioco illegale, si sfiorano vette inaccessibili allo stesso Achille Campanile. La realtà è assai più terra terra: non si sa più dove trovare i soldi e, siccome investire in progetti seri, a lungo termine, è complicato e dispendioso (vedasi il rifiuto sulle Olimpiadi romane), è molto meglio, per far prima, trasformare il Paese in una immensa lotteria. Ma pensare di risolvere i problemi nazionali incrementando il gioco è atroce.
Ora, lo Stato etico per esperienza ci preoccupa: ma lo Stato immorale non ci lascia dormire meglio. Utilizzare figuranti adolescenti per incitare a mitraglia gli italiani a rovinarsi giocando, è di per sé sciagurato. E non è un semplice spot che viene trasmesso: quando la Rai, che è del Tesoro, veicola i messaggi perversi del Tesoro, è un cerchio che si chiude. Un circolo vizioso. Se davvero Monti vuole cambiare gli italiani, perché non comincia da qui?

Commenti

  1. se oltre ad essere un popolo di pensionati piagnucolosi, di corrotti, d'infingardi, di sacrestani e di ladri, gli italiani sono anche un popolo di scommettitori incalliti che si giocano la pensione, lo stipendio e la casa, la cosa mi lascia indifferente, tanto, peggio di come siano già, gli italiani non possono diventare....non amo affatto lo stato etico come ritengo non esista lo stato immorale...esiste invece lo stato ladro, corrotto e infingardo ad immagine e somiglianza del popolo che lo incarna....imparassero gli italiani a fare il loro 14 luglio e ad acqusire un po' di dignità poi se ne riparla...

    Davide, Milano

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