TROVATEMENE UN ALTRO
Che stava andandosene, io l'avevo capito: non compariva più sul Venerdì e quello era il segno, si sa come funziona sui giornali: muori prima lì che a casa tua. Ma che si togliesse dai coglioni il giorno di Natale, era difficile da immaginare. Ruvido come sempre. Non ho mai mancato un libro suo, anche se da qualche anno lo seguivo con meno passione: quel continuo riandare alla guerra partigiana, quell'ossessione di Berlusconi, anche lui, come un Travaglietto qualunque. Ma quando usciva un nuovo Bocca in libreria, come resistere? Aspettavo anche il prossimo, “Grazie, no”, che arriverà postumo all'inizio dell'anno. Un rifiuto come ultima parola, una ribellione come atto definitivo. Epitaffio di se stesso. E poi, che modo inimitabile di salutare, con un documentario nel quale sputa addosso a tutti, ai mediocri, ai bluff come Saviano, agli pseudogiornalisti di oggi. Il giornalismo era quella roba lì, taccuino e cattiveria, era i Bocca, i Montanelli, i Guareschi, non le puttanelle di oggi. Ed erano carogne anche loro, schiavi del successo e della fama anche quelli. Anzi più duri ancora, temprati dalla guerra. Però erano anche capaci di essere uomini, e uomini soli. Avevano valori ultimi, sui quali non transigevano. Disposti a rischiare la pelle, a finire in galera, pur di non cedere. E capaci di sbattere la porta dietro sé. Trovatemene uno, adesso. Trovatemene un altro capace di raccontare l'Italia con quella letteratura lì, che esce dalle pagine, che ti si pianta dentro. Questi narratori erano anzitutto il loro stile, e lo stile è l'uomo. Lo incontrai due volte, la seconda mi disse: sono stanco. La prego, continui, insistevo, e lui: fin che si può. E mi liquidò appoggiandomi una zampa sulla spalla, con un sorriso indulgente e malinconico. Ha continuato a scrivere per altri nove anni. Sono famosi, hanno successo, belle case, bei soldi, vivono da protagonisti il loro tempo, conoscono i potenti. Ma alla fine non hanno altro che la loro scrittura. Sono, anzi erano, gente così, malati, grafomani. Megalomani, anche. Ma non ne verranno altri, ed io adesso provo la vertigine di andare a cercare un articolo di Giorgio Bocca sulla sua morte. Cominciai a cincischiare con le parole, e cercavo anch'io il mio stile. Poi lessi un suo libro e niente fu più come prima.
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