NON TASSATE QUEL CONVENTO

NON TASSATE QUEL CONVENTO

“La Chiesa l'Ici la paga già”. Così parlò Bagnasco, notoriamente ateo, perché uno timorato d'Iddio non scassa, con una sola frase, mezzo Decalogo. Ora, io non ho nessuna voglia d'infliggervi l'ennesima inchiesta sulla madre di tutte le rapine, quella del clero cattolico allo Stato. Sarebbe, oltretutto, troppo facile. Vi rimando ad uno qualsiasi dei tanti libri che scavano nei forzieri di questi criminali, per esempio uno degli ultimi, l'ottimo “I senza Dio” di Stefano Liviadotti (Bompiani), che quantifica il furtarello di Bagnasco & c. in circa 700 milioni (ma poi, considerando che succhiano 10 miliardi l'anno allo Stato, perché dovrebbero “pagarla” solo per gli immobili commerciali e non anche per le migliaia di conventi e simili, che oltretutto, quasi sempre, mascherano attività lucrative o criminali? Qual è la logica per cui un convento non deve essere tassato, alla fine?). Ma il prode Cazzullo dalla schiena dritta, fustigatore di sprechi e privilegi castiferi, spedito insieme al pard Vecchi dal Corriere a lustrare il pastorale di un bugiardo protettore di pedofili (don Seppia), non fa una piega ed anzi rimedia: prego Eccellenza, menta come meglio le aggrada, il Corriere è al suo servizio. Leggetela, questa intervista, per controllare le domande. Per capire di che pasta sono fatti quelli che parlano di libertà. Di schiena dritta. Questa, va pur detto, è una tipica operazione di raccordo tra Poteri, una mirabile missione servile, una stupenda operazione nel segno della più classica informazione tutta riverenze e reverenze. Eh, per forza che deve stare dritta, la schiena davanti alla Chiesa onnipotente. Questo Cazzullo, profetello dell'ovvio incartato tra un bignami di Sogno e uno di Cossiga, incarna tutto ciò che io di questo giornalismo detesto (e detesto tutto, senza riserve); per punire un senza Dio come Bagnasco, io gli farei leggere uno qualsiasi dei libri dalla prosa solforosa di Cazzullo. Ma questi sono a prova di tutto, anche di esorcista.