LA POSIZIONE DELLA MISSIONARIA
Ciao Max, ti volevo ringraziare per l'articolo su Erika. E per avermi insegnato il senso critico in tutte le cose. Avevo già pensato a ogni singola cosa che hai scritto, non perché sei scontato, ma perché ho capito quali sono i meccanismi dietro queste vicende, che il peggio non ha mai fine e che più fai del male e più ti acclamano. Ho imparato a fare analisi più approfondite di ogni questione e questo lo devo principalmente a te. Una volta di più, grazie.
Non voglio parlare della tragica situazione in cui versiamo, ho troppa cattiveria dentro e non riesco a incanalarla bene. Questo lo devo ancora imparare. Nel frattempo mi tengo le mie incazzature.
Tu non mollare,
Sara
Purtroppo no, cara Sara. Con quell'articolo io ho fatto tutto il contrario. Mio malgrado ti ho fuorviato, ti ho suggerito una chiave di lettura clamorosamente superata (e quindi, tutto sommato, rassicurante), da osservatore vecchio, che non ha capito come la realtà gli stesse sfuggendo. Chi invece ha spiazzato tutti, cavalcando il futuro, non a caso, è il pigmalione di Erika, don Mazzi, vecchia volpe di Domenica In ed altre sagresetie mediatiche. Mazzi ha raffinatamente capovolto l'approccio per la sua pupilla. Niente più sovraesposizione diretta, che ormai ha saturato i media (unico dio in cui Mazzi crede), ma uno stillicidio di apparizioni strategiche e indirette, da testimonial dell'intrapresa sociale del don. Oggi una intervista ad un operatore di Exodus, che per puro caso porta lo stesso cognome del boss; domani una foto edificante della fanciulla a colazione con papi; dopodomani l'annuncio che la martire vuol restare in comunità ad occuparsi di cavalli, che le piacciono tanto; il giorno dopo ancora il comunicato stampa in cui si dice che Erika andrà in Madagascar, come ancella di Exodus, a fare l'insegnante per i bambini (finalmente un po' di fortuna, per quei piccini). Quasi quasi mi vien da scippare il titolaccio che quell'anima nera di Christopher Hitchens dedicò a quella jena della carità di madre Teresa: la posizione della missionaria. Perché questo è diventata l'ex adolescente cocainomane che squartò la madre e il fratellino. Una missionaria, una santa sporca di sangue. Certo, poi – ne resto convinto - verrà il tempo di raccogliere, coi libri, le interviste, le ospitate, magari un posto in Parlamento (se Nessuno tocchi Caino ci ha spedito un terrorista omicida, perché non un'ancella di Exodus, a tempo debito?). Però è forse il primo caso in cui la divinizzazione precede la santificazione, la notorietà prescinde dal pentimento, la costruzione del personaggio presuppone la sua crudeltà ed evolve direttamente in senso sociale. E la lolita si vota a maggior gloria di un ente non profit. Diavolo d'un don Mazzi: se mai mi risolvessi per una strage familiare, è lui che vorrei al mio fianco. A gestire la mia anima, la mia immagine, la mia agenda.
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