PRONTO, BUONGIORNO E' LA SVEGLIA
Noto che i cattolici
militanti sulla questione dell'autodeterminazione sul fine vita
svicolano, giocano di sponda, si aggrappano a considerazioni un po'
da ringhiera - "perché non fate invece qualcosa per le
famiglie" - ma poi negano alle famiglie il diritto di fare
qualcosa per loro stesse, per esempio rispettare la decisione
dell'individuo. Oppure sfidano a "mettersi nei panni", ma si guardano
bene dal mettercisi loro, idealmente. Insomma, si appellano alla
libertà, ma alle loro condizioni. Non a quelle di chi effettivamente
ha perso il sole. E possono fare solo questo, perché la loro pretesa
sta nell'imporre ad altri una personale sensazione di fede, dal che
fuoriesce uno scarto etico, logico e giuridico. Loro non sono
preoccupati d'altro che di rispondere al proprio Dio: fanno bene, ne
hanno ogni diritto, ma quel diritto finisce nel loro foro interno,
non può, come pretenderebbero, coinvolgere quello altrui. Come
potrei mai io non dovrei poter decidere in ogni cosa della mia
esistenza, e solo di quella, in quanto c'è chi ritiene di confidare
in un'altra dimensione e quindi a lui, alla coscienza di lui, invece
che alla mia, dovrei rispondere? Si potrebbero scomodare intense e
corporse opere liberali, ma preferisco metterla più terra terra:
sento un ciellino come Maurizio Lupi tuonare "La legge
sull'eutanasia mai" e penso: infatti, non dovrebbe volerci la
legge, lo Stato dovrebbe astenersi; ma, dal momento che nella
buroItalia vige una curiosa legislazione, non "tutto ciò che
non è vietato è permesso", ma "tutto ciò che non è
espressamente previsto è vietato", io non dovrei essere padrone
del mio destino e del mio inferno siccome tu hai fatto carriera
trafficando coi preti?
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