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TRA POCO


Ecco. È partito il mio conto alla rovescia, la mia privatissima road map: una faccenda maledettamente personale, del tutto trascurabile, ma non per me: da questo giorno in poi io scaverò l'inverno, tramonto su tramonto, notte dopo notte. Un viale alla volta, misurerò i miei passi. Avvertirò sfibrarsi l'anima, che invece si rigenera. E un giorno, non sarà più febbraio. Pioverà quel giorno, potrà essere un prolungamento del buio, ma il nome lo tradisce: allora io guarderò irrimediabilmente i rami degli alberi, sperando di scorgere germogli. Una mattina mi stupirò trovandoli. E una sera mi stordirò al tepore. Ecco, sarò di nuovo io, la disperata primavera che nascondo fiorirà in me con tutto il suo carico di dolore. Non mi difenderò dalle suggestioni, non mi vergognerò di ritrovarmi e perdermi nella mia infanzia sempre più diroccata, sorridendo alla gente che guarda e non capisce. Dal mare uscirà la luce, potrò andarla a trovare. E annegando di gioia, non mi negherò una sola voce nel cielo, non un colore o una promessa. Cambierà velocemente tutto intorno a me, quel profumo di carta che da un'edicola si spande, si mescola allo smog, alla freschezza ansimante delle foglie. Tutte le canzoni torneranno a stormo, più fragili che mai, più sirene di sempre. In loro compagnia non mi impedirò di lasciarmi sedere su una panchina, avvolto dalla vita che mi sfiora. Perfino quella freccia gialla che tossendo annuncia la strada per il mare, sembrerà guarire. Ed io con lei rivivrò senza scampo, pronto per un'altra estate menzognera. 

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