Faccio trenta mestieri e
mi ritrovo
Disoccupato a oltranza.
Con lo spaccio
Hai visto mai che mi
sarei salvato
O perlomeno riempita la
panza.
Grinta ne ho ma non
comincia ieri
La mia vicenda e a lungo
andare è questa:
Io sono un serbatoio
vuoto e muoio
Dalla pena di non
sentirmi uomo
Col mio posto nel mondo,
un individuo
Autonomo. Sereno e senza
invidia
Per chi può conquistarsi
la sua cena.
Non ci son santi e non ci
sono soldi
Però quanti ce n'è di
manigoldi
A calpestar tappeti di
velluto
Le nostre vite senza via
d'uscita
Scandite da implacabili
bollette
Dai travasi di bile e
dalle balle
D'impresari di truffe
perfette
Giuro ti chiederanno di
capire
Di farti carico, di
contribuire
Stringere la cinghia e
poi versare
Per i partiti, per i
milionari
Per i martiri e per i
visionari
Veri e tarocchi, i neri i
bianchi e i brocchi
E i campioni del bene e
il paraculo
Che sbraca all'isola dei
famosi.
“Come, li hai spesi
tutti questo mese?!?”
E paga, statti zitto e
non fiatare
Paga per esistere e
morire
Paga pure se ti vuoi
esibire
Paga anche soltanto per
pagare
Eppure sai, c'è chi non
paga mai
Qualsiasi cosa faccia,
sono guai
Che sconteranno tutti
tranne lui
Siano stramaledette le
puttane
Che pigliano un milione o
due per fare
Le mezzane e dopo vanno
al mare
Sopra le ciabattine del
giornale
Di gomma hanno e rifanno
la morale
Ai serbatoi che non
mancano mai
Quanti ne vuoi, li trovi
ovunque vai
Siamo noi, perennemente
vuoti
Ci senti
l'eco appena li percuoti
si soprattutto per quelli che vivono sopra i propri limiti, i miracolati li chiamo io, quelli che non capiscono noi, che gli sembriamo de miseri straccioni e invece siamo meglio di loro...
RispondiElimina