E
voi davvero pensate che ci sia ancora motivo di illudersi, di sperare
in un Paese che epicizza Jenny 'a Carogna, che fa la fila per
intervistarlo, per invitarlo? Tutti zitti: parla 'a Carogna! Voi
davvero pensate che ci si possa salvare, da miti, da onesti, da
deboli, in un Paese infernale così, dove tutto è a rovescio, dove i
ladri e gli assassini sono chiamati “eroi”, dove un camorrista
lurido viene esaltato, difeso da cialtroni dei giornali pagati per
difenderlo e da imbecilli dannunziani, esibizionisti frustrati che
esaltano l'uomo bestia, il violento che impone la sua legge senza
legge? Se davvero pensate questo, se credete che verrà un altro
uomo, o ragazzo, della provvidenza a cambiare un simile stato di
cose, se pensate che questa Italia possa scrollarsi se stessa di
dosso coi miracoli di qualche parolaio o dei papi santi, allora non
c'è altro da dire, fortunati voi che vivete di fede, che potete
permettervelo. Ma noi, che ci sentiamo condannati, finiti, che
pensiamo al cappio cui appenderci, noi assistiamo impotenti a tutta
questa fogna che tracima, che sale, arriva arriva e la vediamo
arrivare e non possiamo far niente e ci confermiamo nella nostra
tentazione di arrenderci, di farla finita. Che altro resta da sperare
se chi deve 3 euro allo Stato viene distrutto, violentato e uno come
Jenny 'a Carogna, dopo avere condizionato un'arena sotto
gli occhi delle istituzioni inerti, torna a casa libero e impone i
numeretti ai giornalisti che sbavano per avere udienza?
Che
altro resta se tocca ai deboli, ai miti anziché ai Jenny 'a Carogna
o i Gastone bum bum o a qualsiasi farabutto che più si atteggia a
lazzaro e più, misteriosamente, trova modo di infilarsi a tutte le
partite, di viaggiare, di fare l'unico mestiere dell'ultrà? Tutta
feccia che sta nel traffico di droga, di armi, nel racket, nella
raccolta di voti sporchi per la politica più sordida. Per questo li
esaltano, per questo li ascoltano. Per questo ce li impongono. Per i
loro messaggi di analfabeti, bestie fin che si vuole, ma capacissimi
di infilarli tra le righe, che arrivino dove debbono arrivare, col
gergo della malavita che chi deve intendere decifra benissimo. Perché
sono malavitosi anche loro. I giornali come portavoce dei malamenti,
spalancati al servizio dei capibastone della camorra o della Magliana
e neanche si vergognano, si nascondono dietro una deontologia
professionale che non esiste, che è complicità. Difesi dai media,
difesi dallo Stato; da quel cortocircuito di interessi che mescola padroni dei media, delle squadre di pallone e della politica. Che
altro resta agli ultimi, ai deboli, se non prendere atto dell'inferno
in cui vivono e finirla qui?
Simpatica pure l'intervista alla proprietaria del circolo di cui era dipendente e da cui è uscito per l'assalto ai napoletani lo sparatore romano...."Sono intervenuta per soccorrere Daniele che aveva perso i sensi dopo il pestaggio....ho visto una pistola...non sapevo di chi fosse....e per sicurezza l'ho gettata nel cassonetto della spazzatura....tanto per evitare che qualcuno di quei ragazzi la raccolgiesse e succedesse qualcosa di più grave.....Proprio simatica
RispondiEliminaImpagabile. E non indagata.
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