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L'INTRUGLIO


Non si possono importare prodotti testati sugli animali, informano i notiziari. Allora come mai noi consumiamo shampoo e cosmetici sperimentati sugli animali, importati dall'America, dalla Cina di contrabbando, ma pure da certe areee UE? Come mai i rari prodotti che non ricorrono a test su viventi, lo scrivono sulla confezione, il che implica un comportamento possibilmente diverso nei concorrenti? La sperimentazione, si ribadisce, è ancora necessaria e inevitabile: può essere (non tutti concordano), ma entro quali limiti? Serve davvero sacrificare animali di specie evolute, già sul crinale della coscienza, capaci di sentimenti inequivocabili? L'oncologo Veronesi, peraltro vegetariano, parla di "accettare la sperimentazione nei casi in cui è ancora necessaria", ma quali e quanto estesi sono questi casi? Perché l'impressione, scusate tanto, è che vengano dilatati ad arbitrio di chi fa coincidere sperimentazione e affari. 
La sperimentazione che “salva la vita” agli umani è anche quella che cuce insieme i cani per vedere come reagiscono, che crocifigge una scimmia a una maschera che eroga fumo di sigarette per vedere quanti cancri assorbe e quanto resiste prima di asfissiare, che amputa un arto alla volta, un pezzo alla volta, che infila elettrodi e ferri dappertutto, che testa la soglia del dolore a livelli impossibili? Chi ci assicura che i protocolli sulla minore sofferenza possibile vengono effettivamente rispettati? I controlli dove stanno, e possiamo fidarcene, a fronte di uno strapotere dell'industria del farmaco che solo in Italia fattura 25 miliardi l'anno? I ricercatori “umani” sono anche quelli che fanno la linguaccia alla testa di gatto mozzata e tenuta in mano? È vero o non è vero che la pratica delle torture sugli animali fa prestigio, punteggio e movimenta quantità spropositate di denaro, secondo quanto ammettono diversi ricercatori, alcuni dei quali pentiti? Avevo promesso di non mostrare certe foto, ma sono sempre più sul punto di smentirmi. Visto che non se ne può fare a meno. Del resto, basta digitare la chiave di ricerca "sperimentazione animale" su Google per rimanere sconvolti. 
Infine, mi stanno nemmeno cordialmente sui coglioni i fanatici, animalisti o umanisti che siano, ma vorrei qualche delucidazione in più sui quattro squilibrati i cui insulti, ingigantiti a dimensioni parossistiche, hanno creato un caso inesistente. C'è chi si è preso la briga di andare a verificare gli estremi: non corrispondono a nessuno, sono, come d'abitudine su internet, fantasmi, nomi falsi, nessuno dei quali corrisponderebbe a soggetti effettivamente coinvolti nell'impegno animalista.
Nel frattempo, restiamo sempre più scettici su una vicenda, anzi una faccenda, che vede una studentessa universitaria letteralmente senza fiato mettersi di colpo a predicare cose estemporanee in contesti curiosi, indi venire vittimizzata, poi sparire da internet, salvo tornare su tutte le piattaforme a ritmi che neanche Vasco Rossi, sempre con la mascherina, sempre dicendo “lasciatemi perdere”, ma con l'aria di non desiderarlo neppure lontanamente. Attorno a lei, una informazione a panino, che parla per un quarto d'ora delle sacre ragioni della inevitabile sperimentazione filantropica e umanitaria, poi infila trenta secondi con due stralunati ricercatori contrari, poi li stritola con un altro quarto d'ora pro torture virtuose, chiudendo, fatalmente, con gli “attacchi allucinanti e contro lo spirito dell'illuminismo” che hanno brutalmente traumatizzato una ragazza colpevole solo di vivere. Con il che, la problematica del “male minore”, cioè il dilemma eterno tra natura e scienza, va allegramente a sputtanarsi in psicodramma. No, spiacente, questo intruglio è un po' troppo inquietante per berselo tutto insieme. 

Commenti

  1. "C'è chi si è preso la briga di andare a verificare gli estremi: non corrispondono a nessuno, sono, come d'abitudine su internet, fantasmi, nomi falsi, nessuno dei quali corrisponderebbe a soggetti effettivamente coinvolti nell'impegno animalista."

    Insomma, quando qualcuno scrive qualcosa di "scomodo"(in questo caso scomodo per la reputazione degli animalisti anti-vivisezione), diventa automaticamente un "fantasma di internet", praticamente un complotto ordito dalla malvagia lobby della ricerca scientifica. Molto grillino come modo di ragionare!

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    Risposte
    1. No, non è un complotto: gira un intervento che dimostrebbe come gli autori di quegli insulti di fatto sarebbero tutti quanti dei fake. E qui mi fermo.

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