Questo è un numero
davvero speciale. Dove si parla di digitalizzazione delle arti e dei
mestieri, dal libro alla musica, e delle prospettive e delle
conseguenze. Si parla di mercati della cultura, alla luce delle
medesime condizioni. Si torna sul problema dell'energia, dei suoi
costi, dei rapporti con fabbisogno e ricavi; sul fenomeno Grillo,
ormai estenuato, e sul suo tormentoso e infantile rapporto con
l'informazione. Si parla inoltre del nostro modo di essere italiani,
di non voler fare la fila, anche in una camera d'ospedale,
naturalmente alla luce delle più indignate istanze contro chi non fa
la fila. Si riparla, cioè si ritorna, sul fenomeno, inquietante ma
non tanto, dei ragazzini criminali, sterminatori di coetanei e
soprattutto coetanee; del rapporto della politica con i soldi. Ma,
oltre a tutto questo, prima di tutto questo, si torna a parlare di
Carlo Petrini a un anno dalla scomparsa, e della recente riapertura
dell'inchiesta sul collega Donato Bergamini, il “calciatore
suicidato” cui Petrini dedicò un libro e tutti i suoi ultimi anni:
con una commovente intervista esclusiva alla moglie di Carlo,
Adriana Petrini: “Non è vero, come ha scritto qualche
giornale, che lui sia morto povero e abbandonato a Monticiano: è
mancato qui, insieme a me, e l'ho vegliato io fino all'ultimo, ed è
morto a suo modo felice, lui con la morte ci si era fidanzato...”.
Con una grafica sempre più bella e curata, e l'orgoglio di sempre (e
qualcosa di più).
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