Comunque c'è chi ancora sostiene che nel Mucchio eri sodale del direttore, eri suo braccio armato.
Firmata
Sodale di che? Braccio armato di che? Io pensavo a fare il mio mestiere e soltanto quello. E neanche frequentavo nessuno, anzi ero quello che stava più per fatti suoi. Mi fu chiesto, dal giornale, nella persona del direttore, di entrare a far parte della cooperativa, essendo io giornalista, per far sopravvivere il Mucchio. Accettai. Senza chiedere, ottenere, sapere nient'altro. Mai. Mi fidai. Fui ripagato con una sfilza di prese in giro, fino alla cialtronata finale, la proposta di lavorare completamente gratis. Dopo 14 anni che mi facevo il mazzo per meno di un'elemosina. Quando uscii, prendevo meno di tutti. Questo ci ho guadagnato. Ci riflettessero certi imbecilli che parlano a vanvera. Io forse ho permesso la bella vita a qualcuno. Ma di sicuro credevo di aiutare chi lavorava, inclusi quelli che passavano il tempo a diffamarmi, nel forum o in birreria.
ho acquistato il mio primo mucchio selvaggio nell'agosto del 1988 e non l'ho più mollato. credevo davvero che fosse qualcosa di diverso ma tutta la melma che sta emergendo in questi ultimi tempi rischia di far dimenticare anche quello che - in positivo - il mucchio è stato per i suoi lettori. da giornalista pure io (e sottopagato pure io) non posso non provare schifo nel conoscere la tua situazione, così come quella di tanti che con il giornale hanno collaborato negli anni senza vedersi i propri meriti minimamente riconosciuti. chi è e cosa crede di essere l'attuale direttora? con quale diritto sta mandando a picco una delle testate storiche della musica (e non solo) italiane? a partire dal numero di maggio non acquisterò più il mucchio, soprattutto perché del giornale che amavo ormai porta solo il nome. troppo poco...
RispondiEliminacarlo alberto sindici
La mia situazione, fino in fondo temo di non conoscerla neppure io. Non dimenticherò un decennio di insulti, di colpi bassi, di menzogne, di finta lealtà, di meschinità. Grazie, comunque.
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