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IL DOLORE AL PRIMO MAGGIO


Ho visto le interviste ai giovani che andavano al concerto del primo maggio, vestiti in divisa da giovani che vanno al concerto del primo maggio: bragoni larghi al ginocchio, magliettina attilata su pancia precox, foulard terzomondista. Una desolazione. Alcuni, più volonterosi, esibivano pelle nuda e si sentiva giovanile afrore uscir dal televisore. Ho sentito i commenti di questi giovani, che sono il futuro e sono una risorsa: poveri noi: tutta gente che saliva dalla provincia profonda, vivendo la scampagnata come una botta di vita. “Non c'ero mai stato a Roma, almeno oggi voglio divertirmi”. Slogan televisivi molti, populismo da corteo a fiumi, contenuti zero. Facevano pena, stringevano il cuore e lo dico senza ingrato sarcasmo: era l'Italia eternamente povera, preindustriale, presociale, l'eterna Italia del ritorno a Montegrano che si muoveva con tutto il suo carico straziante di velleità e di approssimazione, di sogni frustrati, di bellezza avvizzita. La platea del primo maggio sconfessava il primo maggio, non tanto per il lavoro o la sua carenza: c'era un che di perversa immobilità in quei giovani afasici, che ricordavano i loro antenati del primissimo Novecento al netto degli smartphone, trasmittenti del nulla, dei tatuaggi, cutanei significanti senza significato. Nessuna gioia, ma una disperazione esorcizzata, sfogata come potevano, nell'illusione del quarto d'ora di possibile celebrità, se solo una telecamera si fosse soffermata su di loro, su quei disperati veli da sposa, creste rosa e verdi, corpi già sformati e tatuaggi senza ragione. Nel mezzo della liturgia, cupa disperazione nella disperazione, un coglione ha tirato su un preservativo fingendolo un'ostia, e quei giovani senza futuro sono impazziti.

Commenti

  1. Ma perché, quell'altro tizio che ha esordito dicendo "Ciao, esseri umani!" per ricordarci che siamo tutti la stessa cosa, cioè capito no? In un certo senso, come dire, esseri umani e non neri gialli gay ebrei comunisti? Tutti esseri umani tranne quelli che la pensano come loro, che sono decerebrati per definizione?
    Carlo (affezionato lettore)

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  2. analisi perfetta e acuta, ma non c'è da meravigliarsi, l'Italia è così da secoli, esattamente come descritta da Banfield nel suo saggio su Montegrano (che non esiste ma potrebe essere qualunque paese dell'Italia rurale) come narrata da Levi nel suo Cristo si è fermato ad Eboli, come raccontata da Silone in Fontamara ...abbiamo creduto che mezzo secolo di benessere potesse cancellare secoli di miseria morale e materiale...poi arriva la botta e ci ritroviamo del tutto simili ai nostri antenati

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  3. l'unica differenza con i giovani dell'era pre.industriale e' che all'epoca avevano fame,oggi : no.
    e non e' poco.
    ciao Mdp.
    Vp
    p.s. concordo sul rappresentante di preservativi,un vero originalONE.
    chissa' come s'e' sentito bene,originale e very alternative , dopo un gesto del genere.

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  4. pare che il suo babbo putativo, piero pelù, lo chiamerà a the voice

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