Tu forse avrai perso i
tuoi voli
I percorsi infernali tra
viali
Di perdenti sopra
marciapiedi
Mendicante steso
immedicato
Dell'amore abbandonato a
caso
Tu forse hai perduto te
stesso
All'ingresso d'una
galleria
Adornata d'oro e troppi
allori
La tua casa di pareti
morte
Di falsi segreti estratti
a sorte
E tutto è perfetto ma
noioso
Come un naso che non sa
annusare
Gli umili misteri della
vita
Ma qui trovi ancora il
tuo richiamo
Di straziata bestia in
mezzo ai rovi
Dove storie disgraziate
vivi
Che l'anima lacerano a
sangue
Qui si ringhia, si soffre
davvero
Qui si spezza l'ostia del
dolore
E una stilla d'affetto è
una stella
Che risplende su un falò
distrutto
Sulle ombre di ciò che
rimane
Prendi tutto adesso,
fatti avanti
Se hai tracce del tuo
vecchio coraggio
Se non sei ridotto al tuo
mestiere
Ecco noi col sapore di
vetro
Nel sorriso di chi non ha
altro
Bianche candide garze del
mondo
Che di vivide mancanze
mente
E ci manda nudi sotto il
limite
D'esistenze che ci fanno
rotti
Scaricati qui come gli
sputi
Noi così ridotti
t'aspettiamo
Teneri ricatti, tua
fortuna
Disperati di speranza
insana
A milioni, santi sullo
sfondo
Della tela con il tuo
ritratto
Se rinneghi noi tu stesso
anneghi
Noi ratti dannati stretti
in fila
Siamo il tuo destino,
dopotutto
Siamo la tua vela. Forza,
andiamo
Ho un'idea per il rilancio di Renato : scrivigli tu i testi! ( non è affatto una battuta )
RispondiEliminaMa la diventa se si considera il livello di inaccessibilità di Mr. "Cercami, trovami, sono vicino a te". Il cerchio magico fa muro, lui si culla nelle proprie nostalgie. C'erano alcuni brani maturi, scritti con un grande autore, responsabile dei suoi anni d'oro, ma pare si sia tutto arenato, credo per l'intromissione di una intrigante. Io comunque di testi per brani ne ho diversi, e non esiste solo Renato Zero.
RispondiEliminaCerto. Però di Renato zero hai penetrato come pochi l' essenza più intima e profonda. p.s.
RispondiEliminadi Franca Evangelisti sai nulla?
So un pettegolezzo, che quindi va preso per quello che è. Lui che la incontra e le dice "A Nì', devi tornà a scrive per me, che me debbo svecchià". Lei che, memore di antichi insulti, quasi quasi ce lo manna. Anzi, senza quasi. Ripeto: io non mi avventuro in cose che non so fare, ma di quelle che posso fare, sono sicuro. Datemi una decina di melodie (non di Madonia o di quell'altro cretino di Serio) e accetto qualsiasi sfida.
RispondiEliminaGià questa poesia qui sopra, del resto, se uno avesse le palle, potrebbe benissimo inciderla.
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