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ANDIAMO


Tu forse avrai perso i tuoi voli
I percorsi infernali tra viali
Di perdenti sopra marciapiedi
Mendicante steso immedicato
Dell'amore abbandonato a caso
Tu forse hai perduto te stesso
All'ingresso d'una galleria
Adornata d'oro e troppi allori
La tua casa di pareti morte
Di falsi segreti estratti a sorte
E tutto è perfetto ma noioso
Come un naso che non sa annusare
Gli umili misteri della vita
Ma qui trovi ancora il tuo richiamo
Di straziata bestia in mezzo ai rovi
Dove storie disgraziate vivi
Che l'anima lacerano a sangue
Qui si ringhia, si soffre davvero
Qui si spezza l'ostia del dolore
E una stilla d'affetto è una stella
Che risplende su un falò distrutto
Sulle ombre di ciò che rimane
Prendi tutto adesso, fatti avanti
Se hai tracce del tuo vecchio coraggio
Se non sei ridotto al tuo mestiere
Ecco noi col sapore di vetro
Nel sorriso di chi non ha altro
Bianche candide garze del mondo
Che di vivide mancanze mente
E ci manda nudi sotto il limite
D'esistenze che ci fanno rotti
Scaricati qui come gli sputi
Noi così ridotti t'aspettiamo
Teneri ricatti, tua fortuna
Disperati di speranza insana
A milioni, santi sullo sfondo
Della tela con il tuo ritratto
Se rinneghi noi tu stesso anneghi
Noi ratti dannati stretti in fila
Siamo il tuo destino, dopotutto
Siamo la tua vela. Forza, andiamo

Commenti

  1. Ho un'idea per il rilancio di Renato : scrivigli tu i testi! ( non è affatto una battuta )

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  2. Ma la diventa se si considera il livello di inaccessibilità di Mr. "Cercami, trovami, sono vicino a te". Il cerchio magico fa muro, lui si culla nelle proprie nostalgie. C'erano alcuni brani maturi, scritti con un grande autore, responsabile dei suoi anni d'oro, ma pare si sia tutto arenato, credo per l'intromissione di una intrigante. Io comunque di testi per brani ne ho diversi, e non esiste solo Renato Zero.

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  3. Certo. Però di Renato zero hai penetrato come pochi l' essenza più intima e profonda. p.s.
    di Franca Evangelisti sai nulla?

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  4. So un pettegolezzo, che quindi va preso per quello che è. Lui che la incontra e le dice "A Nì', devi tornà a scrive per me, che me debbo svecchià". Lei che, memore di antichi insulti, quasi quasi ce lo manna. Anzi, senza quasi. Ripeto: io non mi avventuro in cose che non so fare, ma di quelle che posso fare, sono sicuro. Datemi una decina di melodie (non di Madonia o di quell'altro cretino di Serio) e accetto qualsiasi sfida.

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  5. Già questa poesia qui sopra, del resto, se uno avesse le palle, potrebbe benissimo inciderla.

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