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UNA SOLITUDINE DIVERSA


Adesso tutti dicono che il suicidio di tre vecchi deve insegnarci qualcosa, deve farci riflettere, ma riflettere su che cosa? Su quello che sappiamo già? Di cronache come queste, ordinarie e squallide come una tragedia di Mastronardi, siamo invasi, ogni giorno due o tre casi eppure si tira avanti, una breve frase di circostanza, tra noi stessi, tra noi in famiglia e si va avanti, augurandoci di non fare la stessa fine. Cosa c'è che dovremmo apprendere se una coppia di poveretti si impicca in un garage dopo una vita di stenti? Che la loro fatica, la loro vergogna di vivere è andata troppo oltre, oltre la nostra stessa comprensione? Che tutto questo è ingiusto, è crudele? Sì, lo è, ma cosa farci, e cosa farne di queste tragedie che ci passano a fianco in un certo senso immunizzandoci? Non è con la retorica di preti e politici o i messaggini su twitter che le eviteremo per la semplice ragione che la china è irreversibile, queste sono tragedie sociali inevitabili proprio perché il nostro modo di vivere, che per molti è sopravvivere o sottovivere, è irrimediabile. Tutti a dire che l'autoannientamento di una coppia di vecchi deve insegnarci qualcosa, ma intanto era delle stesse ore la notizia, accolta con lo stesso fatalismo dell'altra, che la pressione fiscale è salita al 53%. Monti, che una setta di malati mentali mantiene al suo posto, ha appena fatto un nuovo regalo alle compagnie di assicurazioni che poi sono le solite banche, e che si traduce in nuove torture alla gente cioè nuovi drammi, nuovi suicidi da mandar giù col digestivo di una frase, un tweet e via andare lungo la nostra atroce lotta per la sopravvivenza. Se è questo che dovrebbe insegnarci una tragedia sepolta in un garage, lo sappiamo già fin troppo bene.
Ma io non scampo al pensiero di quella coppia, che discende lentamente nel suo vortice, giorno dopo giorno, rinuncia dopo rinuncia, umiliazione dopo umiliazione. È la solitudine ad uccidere di più, perché è la solitudine che uccide per prima, il vero morbo da cui tutto il resto discende. Ed è brutto, troppo brutto sentirsi soli, poveri e soli, miseri e soli, inchiodati e soli in un mondo che malgrado tutto tira avanti e ti lascia lì. Nessuna pensione, nessun futuro, la fine del tempo e l'impossibilità di dare a noi stessi una prova di noi. Sarà anche vero che non si vive di solo pane, ma se non puoi guadagnartelo il tuo pane, se non puoi riscuoterlo nell'autunno del tuo scontento, non sei più nessuno e non riesci neppure più ad uscire di casa. E però quei muri si stringono sempre di più, mese dopo mese finché non riesci più a pagarli, non sai come fare a versare l'affitto. Civitanova Marche è una piccola cittadina di mare, un po' rurale e un po' snob, la sua gente non è più cattiva o distratta che altrove, c'è una certa alienazione di provincia, tutti si conoscono, le chiacchiere girano, alla vergogna non sfuggi. Insomma un borgo come migliaia. La causa non sta nel luogo, ma nel tempo. Oggi è più facile, più inevitabile sentirsi soli anche in una piazza dove sei nato, dove hai scontato la tua fatica di vivere ogni giorno. La coppia suicida era orgogliosa, tutti sapevano le loro difficoltà, i loro debiti, e che non accettavano aiuti da nessuno. Ma non è questione di un cartoccio di uova o di una somma in prestito, c'è una solitudine che è diversa ormai, che è immedicabile, che ti lascia in balia di te stesso, dei tuoi fallimenti. Forse sono io che esagero, che elucubro, forse cose del genere sono eterne e immutabili nella trama delle società che perdono sempre qualche pezzo, ma mi sembra di poter dire che prima i piccoli drammi erano più esistenziali, figli di una solitudine più cupa, incubi da intellettuali, da scrittori mentre adesso è proprio roba da poveri, da paria, non più adottati ma scartati da villaggi sono diventati dispersivi e distratti come metropoli, la gente ti compatisce e tira via, ti lascia con quel tuo morbo che cresce dentro di te, umiliazione dopo umiliazione, privazione dopo privazione, uno di questi giorni vedrai togliamo il disturbo, ce ne andiamo insieme, abbracciati insieme per sempre. Quando li ha scoperti, un altro vecchio, il fratello di lei, è corso fino al mare e gli ha affidato il dolore.

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