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PICCOLI ZOMBI


Paese sconcio. Ma sconcio davvero. Dove ci si accapiglia per le puttanate più assurde, purché in onda, e si perde il senso di una degenerazione che pure chiama, urla tutto il suo squallore. A Udine due ragazzine di 15 anni sostengono di avere strangolato un corpulento pensionato quasi settantenne, “per difenderci”. Dopo averlo ucciso lo accusano di essere un pedofilo, ma è evidente che la storia non regge e poche ore dopo le due si ritrovano accusate di omicidio, benché alloggiate in un convento, una casa famiglia. Gli investigatori prendono tempo, mettono in ordine le infinite contraddizioni delle mocciose, c'è un video che le mostra col vecchio in una gelateria, forse non siamo lontani dalla verità se ipotizziamo che le due, già in rapporti con il pensionato, lo adescano, si fanno offrire un gelato al bar, tentano di ricattarlo, infine si fanno portare in macchina in un luogo appartato e qui lo fanno sopprimere da qualche complice maggiorenne. Perché? Qui scatta l'assurdità: dicono alcuni amici che le fanciulle “sembravano in un videogioco”, di quelli dove l'assassino trucida tutti, distrugge tutto e scappa in macchina. Un gioco apocalittico.
Ammazzare perché ci si crede in un videogame, in una vita parallela. Non è qui la verità, ma già a livello di pretesto, di fandonia, ci sarebbe di che riflettere su un sistema educativo totalmente saltato, le cui componenti dalla scuola alla famiglia ai contesti giovanili alla rete appaiono totalmente inadeguate, impotenti nel mantenere separati i piani di realtà, favorendo la fuga da ogni concretezza, alimentando sdoppiamento della personalità, inducendo paranoia e schizofrenia. Anzi, peggio, siamo alla vertigine della finzione nella finzione patologica: abbiamo ammazzato perché ci credevamo la versione due punto zero di Thelma e Louise.
È un sistema che premia esclusivamente la disonestà plateale, la menzogna incredibile, l'astuzia criminale; che culmina nella deresponsabilizzazione a oltranza, nell'infantilismo a oltranza, oggi travasato dritto nelle istituzioni, e nel perdonismo demente. Perché, vedrete, a prescindere da come è davvero andato l'omicidio la storia incredibile del videogioco finirà per diventare una splendida allucinazione cui aggrapparsi, la colpa sarà ribaltata nel più formidabile degli alibi: hanno ammazzato (anche se non saranno state propriamente loro) ma non sapevano cosa facevano, non sapevano dove vivevano, hanno un “vissuto” difficile alle spalle, bisogna capirle, bisogna aiutarle, sono i nostri figli, sono il futuro, è tutta colpa dei giochi violenti, non criminalizziamo la rete, più soldi alla scuola pubblica, nessuno tocchi lo Stato assistenziale, in un crescendo di stronzate sempre più dilatate, strumentali, inconsistenti. A tutela delle due baby assassine scenderanno in campo le due “mamme coraggio” e stuoli di imbecilli televisivi. Ci si metterà pure quel cretino di Grillo e il cerchio della follia sarà completo.
Alla larga dalle vere cause. A nessuno importerà stabilire come e perché due puttanelle totalmente amorali, amorfe ma feroci, possono gioiosamente organizzare l'annientamento di un vecchio fatto passare per pedofilo, vizio che, per quello che vale, tutti quelli che lo conoscevano sembrano escludere con la massima decisione. Nessuno oserà sospettare che queste due ragazzine sono semplicemente due infami precoci, rappresentative di molto più che se stesse. Che i piccoli zombi sono in mezzo a noi, e crescono determinati a farci fuori, incoraggiati da un sistema che premia la violenza ludica. Nessuno avrà il coraggio di ammettere che chiunque sia uscito dalla parabola della giovinezza dovrà vendere cara la pelle, sempre di più invecchiando perché oggi diventare vecchi si sta trasformando in una colpa da scontare e il sistema del divertimento criminale è tutto proiettato verso un reality dell'omicidio che prima o dopo donerà soldi e calendari agli ultimi rimasti. E siccome poi ogni orrore ha la sua Nemesi, speriamo che nessun avvocato difensore suggerisca alle due di Udine di dire che l'hanno fatto per vendicare Sarah Scazzi.

Commenti

  1. bruttissima storia!

    l'unica cosa che non si capisce, se escludiamo la pedofilia, è perché mai un uomo anziano frequentasse due ragazzine di 15 anni. Solitudine? se mi sentissi solo, cercherei la compagnia di persone più vicine alla mia età, con due bimbe di 15 anni, probabilmente non avrei quasi nulla da dire!

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  2. da quel che si è capito, era di famiglia con la famiglia di una delle due. un tempo, un vecchio che offriva un gelato a due bambine era qualcosa di normale e di tenero. adesso dischiude sospetti morbosi, se non peggio. e non si può mettere la mano sul fuoco neanche sulle vittime.

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  3. Forse hai ragione, oggi si tende a vedere il male anche in cose innocenti.
    Comunque non è tanto il gelato offerto da un amico di famiglia la cosa "strana", quanto i regali e favori(perlomeno a quanto scrivono i giornali) fatti alle due ragazzine, e il passaggio in automobile. Cosa ci facevano soli in un campo? la cosa lascia sospettare che l'anziano probabilmente avesse un debole per le fanciulle.
    Ma anche se fosse, non giustifica certo l'omicidio!

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  4. Solitudine o perversione che sia, l'impressione è che due bambine fossero tanto smaliziate da approfittarne per il loro perverso videogame reale.

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  5. son troppo limitato per capire , una volta divenute donne , in che categoria femminile le femministe a la page , le collocheranno.
    atroce dubbio,boh.
    Vp

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