Al
semaforo di Porto San Giorgio, che nei secoli dei secoli trovo
inesorabilmente rosso, bivacca da quando me la ricordo una rom, mi
sbilancio, sulla quarantina, non so di quale provenienza, con un
cartello di cartone. Si vede che si trova bene, perché non ha mai
cambiato zona. Ormai ci conosciamo come due amici che non si sono mai
parlati, lei arriva, mi bussa sul vetro, io le faccio di no con la
testa, lei ride, sdentata e felice. È sempre attaccata al telefono,
ne cambia in continuazione, l'ultimo che le ho visto in mano è uno
smartphone che io non potrei neppure pensare di permettermi e non ho
idea di come si usi. L'ho vista, e me ne compiaccio, fare spese
opulente in macelleria insieme ad altri parenti mendicanti, l'ho vista, e me ne rallegro, far colazione
da signora, brioches e capuccino, e non una volta: io passo e la
vedo, seduta al suo tavolo. Poi me la ritrovo al finestrino, no no,
le faccio, e lei ride, ride contenta, come a dirmi: ma sì, non
prendiamoci sul serio, la vita è tutta una presa per il culo, non
l'hai capito? Di mendicanti ce ne sono a Porto San Giorgio, quasi
tutti balcanici, alcuni con bambini, tutti sanno tutto, i vigili
urbani fanno finta di niente, disturbarsi ad applicare il codice
perché, quando ci sono tanti begli automobilisti da multare con
l'autovelox? Sono diventato amico d'incrocio di questa rom col
piumino, gli scarponcini e lo smartphone, le mani curatissime,
perfino truccata, mi sembra una manager dell'accattonaggio.
Sinceramente ho pensato a volte di mettermi in società con lei,
anche perché leggo che la neopresidente della Camera, una che va
per suicidi dichiarando “Non credevo che in Italia ci fossero tanti
poveri”, dice che vuole aprire la Camera ai rom e educare gli
scolari all'accoglienza, che è sempre una buona cosa. Educare vuol
dire non porsi domande antipatiche, non vedere cose curiose, come la
festa, indimenticabile, che vidi nel 1981 a Carugate, si sposava la
figlia del Re degli Zingari e fu una cosa incredibile e anche
poetica; non potevo credere a tanto fasto e opulenza,
c'erano un centinaio tra caravan e Mercedes, erano giunti da mezza Europa, occuparono un parco intero,
durò una settimana e
poi ci vollero due mesi per ripulire tutto mentre molte case dei
dintorni vennero magicamente ripulite in poche ore. Ma, a debita distanza, tutto era molto avventuroso e poetico, erano vestiti in modo incredibile e vivevano liberi come io per tutta la vita avrei sognato di vivere. Niente
tasse, obblighi, burocrazia, la mia casa è dove fermo la carovana e
ogni giorno è diverso dal prossimo, affanculo l'accumulo
capitalista. Anni dopo, fui molto deluso nel sapere il Monarca
dei Gitani finito in una inchiesta della Finanza che gli contestava evasioni per
alcune centinaia di milioni (in euro), nonché un parco appartamenti
sul quale, applicando l'IMU, l'Italia avrebbe potuto fare l'elemosina alla Merkel.
Gli impiegati postali conoscono bene i rom e i loro conti correnti,,,
RispondiEliminala cosa che piu' mi scandalizza dei Rom , oltre allo sfruttamento minorile , e' la loro prepotenza che rasenta il fascismo, se gli vivi accanto ti tolgono la liberta' dei tuoi giorni.
RispondiEliminaVp