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BEN MI STA



 Sono rimasto sconcertato nel leggere le cifre che girano in questi giorni nei vari forum e facebook, dopo l'abbandono anche di Guglielmi, relative allo stipendio della dirigenza: buste paga di diecimila euro al mese? Ma come è possibile in un giornale come il Mucchio? Voglio sperare che siano solo voci, schizzi di fango. No, non ci posso e non ci voglio credere. Mi conosci ma non firmarmi per favore.



Queste, se non sbaglio, sono grossomodo le cifre che l'interessato, e solo lui, nel suo libro attribuisce a se stesso e, sempre se non ho letto male, a quella che ne ha preso il posto. Non so se le rispettive compagne percepissero tanto quanto. So però che, sempre per diretta ammissione, alla somma andava poi aggiunto un bel ventaglio di benefit: bollo e assicurazione auto, telefono personale, e non so che cazzo d'altro. Inoltre, nel libro si accenna ad alcune operazioni che non ho mai capito e non tento neanche di capire (già la voce “leasing” per me si rivela misteriosamente insondabile). Mi è giunta voce di querele volate per diversi assunti nel libro, ma non ho trovato smentite su questo punto. Per quanto mi riguarda, io mi sono invariabilmente sentito ripetere, per 14 anni filati, che non c'era mai una lira prima, e un euro poi; e che eravamo “tutti nella stessa barca”. Preciso che, dopo 14 anni di collaborazione filata, e trattando argomenti complessi, delicati e rischiosi, personalmente percepivo 400 euro al mese per 11 mesi, ovvero escluso agosto; da diversi anni queste spettanze non venivano versate mensilmente o a scadenze regolari, ma corrisposte a 365 giorni, e l'ultimo anno solo per metà; l'altra metà mi fu saldata a marzo. Alcuni mesi dopo il burrascoso avvicendamento al vertice (nel quale sarebbe stata concordata una buonuscita evidentemente adeguata, benché dilazionata nel tempo), dalla neodirettora mi fu chiesto telefonicamente di restare, anzi di tornare (io mi consideravo già fuori), ma a 200 euro al mese. Rifiutai, giudicando inaccettabile una simile proposta; restammo accordati a 400, ma senza garanzia di rimborso per eventuali trasferte (col senno del poi, penso che volessero solo prendere tempo prima di indurmi a lasciare). A fine 2011, ricevetti la proposta di continuare a lavorare, ma a titolo completamente gratuito ed anzi a mie spese. Cogliendo l'intento provocatorio, se non offensivo, non persi neppure tempo a far conoscere la mia decisione, tanto più che un accordo simile sarebbe stato illegittimo. Sempre a fine 2011, veniva ribadita, in base ad email che conservo, la cancellazione della cooperativa, che, viceversa, apprendo essere tuttora in atto (io ne ero uscito contestualmente al ripristino del mio rapporto di collaborazione). Preciso, a questo proposito, la cosa che più di altre mi ha ferito. Per un certo periodo, accettai di fare parte della “cooperativa di giornalisti” nella quale il giornale era strutturato. Mi venne chiesto formalmente da Stefani con la seguente motivazione: “Ho bisogno di un certo numero di iscritti all'Ordine per poter tenere in piedi la cooperativa, altrimenti non riceviamo più i fondi per l'editoria e chiudiamo; fallo per il Mucchio e per chi ci lavora”. A malincuore accettai, beninteso senza chiedere né ottenere in alcun modo alcun beneficio, privilegio, o sussidio di alcun genere, senza mai ingerirmi in alcuna attività e senza mai ricevere comunicazioni di sorta. Salvo scoprire, a "divorzio" consumato, quello che poi è trapelato, sia dal libro di Stefani sia a mezzo di email interne, fatte circolare con scopi polemici. Ecco, venire a sapere di essermi tanto sbattuto per assecondare un simile andazzo, è stata la cosa che più mi ha fatto male e mi ha fatto incazzare. Più ancora che rendermi conto di essere stato usato innumerevoli volte. Io  credevo di contribuire a mantenere vivo un giornale che, oltretutto, da anni non mi dava altro che grane e amarezze. E poi è toccato anche a me leggere di simili cifre, del trauma di dover “tornare a pagarmi le bollette e la benzina”. In attesa di smentite, non a me quanto a se stessi o comunque a chi chiama in causa ex sodali in una sorta di condivisione, non discuto la possibilità di fare il proprio comodo in casa propria, ma di farlo in una forma cooperativa, con soldi pubblici, in un giornale piccolo e “antagonista”, piangendo sempre miseria e trattando chi ci lavora in un modo tale da provarne addirittura “rimorso” (è sempre lo Stefani a scriverlo). Rimorso che però pare non abbia indotto nessuno a ridimensionare le proprie pretese fino alla fine. Ma, sia chiaro, gli errori e le colpe sono tutti miei. Io non nutro disprezzo che per me stesso.

Commenti

  1. questi sono l'indipendenza ,l'alternatività e il ribellismo all'italiana o meglio a'mmatriciana.

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  2. aggiungerei che una bella fetta di lettori di questa rivistina di supponenti del nulla, sono gli stessi che,dandosi il tono di chi ha capito tutto, danno degli italioti a chi vota il nano,mentre loro sono dalla parte giusta che leggono la cultura giusta fatta da gente che combatte il Sistema;
    strano che gente cosi' acuta e intelligente, non abbia mai intuito che una copertina che raffigurava un prete col pisello duro,in realta' serviva solo a vendere piu' copie, quindi a "legittimare" lo stipendio del Capo , e a denunciare nulla di nulla.
    Vp

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  3. anni fa riuscì a far pubblicare all'azienda per la quale lavoravo delle inserzioni pubblicitarie nel giornale, il mio personale modo di contribuire alla causa.
    parliamo di una quarta di copertina.
    nemmeno una copia è stata inviata in azienda.
    non ricordo nemmeno un grazie.
    il mondo è dei furbi.

    mm

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  4. Dopo più di 20 anni di letture ed ascolti appassionati, è stomachevole leggere certe cose ed assistere alla querelle quotidiana fra Max, Cilia, Guglielmi, la Federeico ecc. Che fine ingloriosa e che delusione provo per quello che è stato uno dei miei punti fermi in questi anni, grazie anche e soprattutto ai tuoi articoli.

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  5. Attraverso il mucchio ho scoperto tutta la musica che mi ha accompagnato e ancora mi accompagna da 30 anni a questa parte.Questo mi basta per dire che non sono stati soldi spesi male.Ora mi sembra di rivivere le stesse emozioni che provo da militante del PD,convinto di dare il mio tempo per una giusta causa e poi i dirigenti distruggono tutto.Credo che l'egoismo e il pensare di essere i più furbi sia nell'animo umano e questo frega anche le migliori intenzioni.

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  6. Effettivamente, il parallelismo ci sta tutto. Il furto di buona fede, parlo per esperienza, è il peggiore. Di solito si porta dietro anche gli altri, ma è abietto in sè.

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  7. E così, finiti i finanziamenti pubblici, la nave dei saccenti, spocchiosi mucchisti affonda e i topi non solo scappano, ma si sbranano tra loro.
    Una delle più vaste compagini di ipocriti che abbia mai incontrato.
    Nessuno escluso.

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  8. Certo: basta dare un'occhiata al forum.
    Per tacer dell'ignoranza.
    Cialtroneria "de sinistra"...

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