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QUELLO CHE SONO (repost)



Un po' di umanità io l'ho incontrata e la conosco
Forse non sarà granché ma la ritrovo in ogni posto
Masticata in cosche o sette, nello specchio si riflette
Una vita che mi sfugge tra le piogge e le speranze chiuse a chiave in una stanza nell'attesa che una rosa fa appassire e uccide facce e ogni cosa non succede
Ma io
Io sono un artista e basta. Riempio i vuoti quando piove
Non mi cerchi ma mi trovi, non mi assaggi ma mi bevi
Perché
Perché sono un artista. Sono un artista e basta
E questo è tutto ciò che sono, tutto e nient'altro che questo.

Vedrai
Che c'è un suono a forma di destino
Un clarino, un piano jazz, un violino
Il silenzio steso lungo i viali
Un concerto di corde vocali
O lo schiocco di una lingua a frusta
Tocco musica se sono un artista
Ed è tutto a posto e non importa
E ogni porto è buono per salpare
E ogni sogno arriva per partire
Sulla riva di un risveglio che ti taglia in due
Come il salto di un gatto via da qui
A qualunque costo tu l'insegui
E non pensi a dove finirai
Non puoi farne a meno e tu lo sai
Perché
Perché sei un artista. Sei un artista e basta
E questo è ciò che sei e nient'altro che questo.

La militanza limita
E' un velo d'organza sull'anima
Un mattone senza consistenza
Una bugia evirata di poesia
Ma io d'umanità ne ho vista tanta da scoppiare
E non m'illudo più che non esista mai il dolore
Perché è quello il pittore che dipinge ogni ritratto
Di valli e di ruscelli che ci segnano d'un tratto
E diversi come siamo poi ci fanno tutti uguali, tutti in fila col bagaglio tutti in coda ai funerali mentre non ci rassegnamo, sottovoce a dirci “ti amo” e ci esce un suono strano, come un dolce sciabordio
Ma io
Mi fermo qui e mi perdo a modo mio
Col clarinetto ed una sigaretta
Canto alla luna, mi basta il mio destino
Perché sono un artista, soltanto questo sono

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