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FARLA FRANCA


Troppo facile prevederlo, e troppo facile stupirsi. I due marò italiani, accusati dell'omicidio di due pescatori indiani, si sottraggono alla giustizia del Paese “vittima” e restano qui. Blindati come eroi. Eroi con la macchia, con la paura e senza vergogna. Troppo facile prevederlo, perché le pagliacciate tricolori storicamente non si contano; ma facile anche perché si era già capito dalla procedura a elastico: a casa per Natale, poi di nuovo per votare, ovvero svolgere il sacro dovere del cittadino italico, che non è mettere una croce su una scheda, ma farla franca. Questi due, a farsi giudicare da presunti assassini in India non ci pensano più, in compenso ci pensa un subcontinente in ascesa, inviperito, che facilmente ci boicotterà sotto il profilo degli scambi commerciali, e non solo. E con ragione, perché quella che ha subito è una beffa atroce quanto feroce. Qui, queste due facce da marò, nessuno le giudicherà più, assoluzione per oblio, neanche per processo. Dopodiché, rassegnamoci a vederceli dappertutto questi due nuovi patrioti. Seguiranno i soliti libercoli, la processione di interviste, di ospitate, di bugie, la canonizzazione ed eccoli cucinati a dovere per le prossime elezioni. Beh, è una vergogna. Detta così, con tutta la naivéte possibile. Una vergogna. Dobbiamo mandare giù anche questa, ma ci sia concesso, e se non ci è concesso ce lo concediamo lo stesso, ci sia concesso dire che, da moralisti, da ingenui, non ci sta bene questa cialtronata tricolore orchestrata dalle sacre istituzioni. Non ci piace, perché non è giusto, perché non è dignitoso. Non lo è per due soldati che, in mancanza di una sentenza, non saranno chiamati assassini ma non si salvano dal ruolo di impuniti, e quindi di vigliacchi. Non lo è per un paese, il nostro, che ha mentito ad un paese amico, che aveva diritto di giudicare chi, forse, aveva ammazzato, due suoi cittadini. Abbiamo preso in giro un subcontinente sotto gli occhi del mondo, coprendo di discredito quel poco credito che resta ad uno stato travolto da se stesso, dalla propria vertiginosa mancanza di serietà, dove più si sprofonda nel ridicolo e nel grottesco e più tutti sbraitano all'onestà, alla legalità, alla serietà, alla dignità. Non bastava la politica infame che ci trasciniamo dietro da decenni, non bastava un'antipolitica perfino più impresentabile e, vedrete presto, non più specchiata. Dovevamo imbarcare anche due fucilieri che sparacchiano a caso, ammazzando due poveri pescatori, almeno secondo accuse ancora da giudicare, ma che non saranno mai giudicate. Non ci piacciono gli assassini che si sottraggono al giudizio riparando in un Paese complice. Ma ci piace meno ancora che il Paese complice sia il nostro.

Commenti

  1. 1)i due soldati operavano nell'ambito di una missione ONU contro la pirateria internazionale, 2) hanno agito per difendere una nave italiana che si trovava in acque internazionali 3)indossavano l'uniforme di uno stato dell'ONU impegnato contro la pirateria internazionale in virtù del mandato dell'ONU
    per quanto sopra il presunto errore commesso, che a quanto pare è costato la vita a due pescatori scambiati per pirati, non legittimava e non legittima il Kerala (l'India è uno stato federale) a giudicarli perchè la giurisdizione in casi del genere non spetta al paese ove il fatto si è verificato (e comunque in acque internazionali), infatti la corte suprema federale indiana, riconosciuto ciò, aveva deciso di sottrarli alla giurisdizione del Kerala per farli processare da un tribunale "speciale" cosa non accettabile dall'Italia che bene ha fatto a non rispedirli in India...se hanno commesso un reato vanno sottoposti alla giurisdizione militare italiana...accade così per i soldati di qualunque paese che agiscano nell'ambito di una missione ONU e che si rendano responsabili di fatti costituenti reato...informati prima di mistificare...credi che i soldati USA, Inglesi, Francesi, Tedeschi ecc ecc sparsi per il mondo nell'ambito di missioni ONU vengano processati dai paesi in cui si trovano laddove commettano reati ? ed è giusto che sia così, lo prevedono le leggi internazionali.

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  2. Spero che sparino a qualche tuo parente, caro saputello anonimo. E che dopo, in premio, finiscano in Parlamento.

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  3. quindi caro amico anonimo,
    se due militari indiani accoppano qualche pescatore di mazara del vallo, poi vanno a votare in india, e poi tornano in italia per farsi processare, e poi tornano in india per qualche festa religiosa, e poi spariscono? complimenti, ma almeno la logica salvialmola. almeno la logica
    sandro

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  4. Infatti qui il punto, al di là dei cavilli, che non fanno mai molto onore, è il totale tradimento della parola data dalle autorità italiane a quelle indiane. Questo per un militare non ha valore?

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  5. Sì, proprio i militari italiani. Per me quello che vale sono le parole di tale ignazio la russa che proponeva un posto d'onore in parlamento per salvarli dallo sconcio di leggi antidemocratiche di paesi del terzo mondo. Poi il primo mondo saremmo noi, bella roba.
    sandro

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  6. Discorsi come quello sopra, che facilmente immagino venire da un militare, sfrondati degli orpelli dicono una cosa molto semplice: le divise non si processano. Mai. Di gente se ne ammazza tante, che vuoi che sia per due straccioni di pescatori? Possiamo noi accettare di far giudicare due dei nostri per così poco? No, vanno salvati. Questa è la mentalità. Che indigna quando due piloti americani tranciano una funivia in Italia, provocando una strage, e se ne tornano tranquilli a casa loro. E invece esalta, quando a farla franca sono i "nostri". Nostri di chi?

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  7. sei un ignorante e ciò è un fatto arcinoto...la tragedia del Cermis di cui parli non è avvenuta nell'ambito di una missione dell'ONU, non è stata un'azione militare e neppure il fatto è avvenuto in acque internazionali...è stata una bravata di piloti americani in volo d'addestramento, i quali sono poi stati processati nel loro paese in virtu' dei trattati di alleanza Italia/USA risalenti alla fine della seconda guerra mondiale...le due situazioni sono completamente diverse...studia prima di parlare a vanvera..io spero che tu la smetta di sparlare di soldati che hanno fatto il loro dovere per difendere una nave italiana ! o sei dalla parte dei pirati ? è giusto che siano processati dalla giustizia militare del loro paese e non da quella indiana, come accadrebbe a qualunque altro militare di qualunque altra nazione in una situazione analoga...se invece parteggi per i pirati (e non mi stupirei) spero che un giorno tu li possa incontrare e spiegare loro che sei dalla loro parte..magari non ti scannano !

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  8. E finalmente arriviamo al dunque, caro Max. Un mio collega indiano mi ha portato lo stesso esempio, cristallino: quando gli americani hanno fatto una strage con la funivia in Italia, tutti a incazzarsi e a pretendere giustizia. Adesso volete giocare voi a fare gli americani. Fra l'altro, essendo abbastanza acuto, questo mio amico giocava sul fatto che in quanto a "democrazia superiore" non abbiamo tanto da insegnare a nessuno. Sicuramente era anche scocciato da parole di altri colleghi che, non essendo invece molto acuti, buttavano lì frasi del tipo "Bello schifo di paese siamo diventati. Non siamo neanche capaci di buttarla in culo a quattro straccioni indiani". E io ascolto, sopporto e mando giù. Adesso voglio vedere gli articoli, gli editoriali e quant'altro da destra a sinistra: di sicuro un articolo lucido come il tuo non si troverà.

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  9. Peccato che come le rilevazioni del Gps a bordo confermano, non fossero affatto in acqua internazionali, ma a 25 miglia dalla costa, quindi nelle acque indiane. Ma questo il giornale e la cagnara di destra omette di dirlo, prende per buona una perizia fatta da un tale italiano che non ha titoli per far perizie. I fatti riscontrabili sono ben altri. Questi sono due assassini che hanno ucciso due padri di famiglia e devono stare nelle galere indiane!

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  10. E' tutto inutile quando si scivola, senza alcun decoro, intorno alla missione Onu, ai trattati, agli intenti, a un eroismo pataccaro. Il militare di cui sopra, che è un vigliacco senza neppure il coraggio di firmarsi, omette che i due simpaticoni del Cermis sono stati processati per modo di dire al loro paese (mentre noi reclamavamo giustizia in patria): cosa che si aspetta perfettamente anche per i suoi colleghi qui. Si chiama impunità. Quanto alla minaccia di essere scannato, parla da sè e indica la esaltazione, fascistoide, delle forze armate ancora oggi. Questo vile tira in ballo agguati pirati da film d'avventura, per sviare da un fatto semplicissimo: due suoi camerati, o inetti o peggio, comunque pericolosi, hanno fatto fuori due pescatori innocenti. Danno collaterale, trascurabile, per il senza nome che mi scrive, il quale punta, a ragion veduta, sull'impunità. Fine della discussione.

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  11. Ma fossero mai i due eroi, così accaniti nello scrivermi? Lo si sospetta dalla totale indifferenza verso le vittime, dal glissare sulla prossima carriera... Fosse caso, ho una sola cosa da aggiungere a questo vile: quando si ammazzano due innocenti per sbaglio, l'unico onore che resta è farsi fuori. Non scrivere lettere anonime.

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  12. Sul caso in questione la penso come te. Ai tempi del Cermis mi infuriai sia con gli USA che si portarono in tutta fretta a casa i due assassini della funivia (e poi li assolsero) che con quell'ameba di D'Alema che approfittò di questa sciagura criminale (tra i cui morti non c'erano italiani) per sfruttarla come leva di pressione con gli USA per portare a casa in cambio Silvia Baraldini. Unici sconfitti totali: le vittime e le loro famiglie. Da vomitare.

    Detto questo però, l' "anonimo saputello" ha comunque argomentato in base a quelle che a suo dire sono le leggi internazionali. Ora, se ha ragione le leggi internazionali possono anche fare schifo, ma vanno rispettate. Se non ha ragione, si controbatta spiegando il perchè.

    Ciò che non si può fare se ci si vuole comportare come un giornalista e non come un bullo di quartiere è replicare con l'augurio che sparino a qualcuno della sua famiglia, solo perchè ha un'opinione diversa.

    Ultima cosa, se proprio ti sta sul cazzo che qualcuno pubblichi come anonimo, trova il modo di evitare che sia possibile farlo ad esempio consentendo i commenti solo agli utenti registrati. Perchè è insopportabile notare come gli anonimi che scrivono qualcosa che non ti sta bene vengano insultati e/o derisi, mentre a quelli che tessono le tue lodi o comunqe sono d'accordo con te mai nemmeno un invito pacato a firmarsi.

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  13. 1) L'anonimato è indicativo, perciò lo pubblico. Il che non esclude il mio disprezzo. Cos'è? Non si può?
    2) Come mi comporto, quello che posso o non posso fare, sul mio blog lo decido io. Libero di farmi torto, considerandomi un giornalista, oppure di gratificarmi considerandomi un bullo. Il problema è tuo.
    3) Ci credo che l'anonimo saputello argomenta: è del mestiere, se non additittura parte in causa. Ma quando le leggi diventano cavilli, quando si usano per eludere la realtà, sputare sulla pietà, capovolgere il senso di una vicenda, allora diventa un formalismo cinico. A questo punto mi sento autorizzato (e non me ne frega niente di cosa pensa chi legge) a consigliare la medesima esperienza, tanto per vedere se poi i trattati soccorreranno ancora. L'ingiustizia sofistica non mi è mai piaciuta.

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  14. Dimenticavo. Per una legge internazionale che dice una cosa, se ne trova sempre almeno un'altra che dice l'opposto. Il diritto, mi insegnò un magistrato, è come la pelle dei coglioni, va dove la tiri. Anche nelle faccende militari, internazionali. Ma io non sono tipo da mettermi sull'attenti per una legge sbagliata, che, usata nel modo giusto, consente l'impunità.

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  15. "Come sarebbe, non ci furono vittime italiane al Cermis? Ce ne furono 3 su 20, le altre di diversi paesi europei".
    (firmata, via email)

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  16. Al Cermis sono successe parecchie sciagure, avrà confuso gli incidenti.

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  17. Sulla faccenda dei marò, i commenti che si trovano sulla pagina fb del corriere fanno accapponare la pelle. Io ci ho postato un paio di cose, ma tanto alla fine si è sempre un granello nel deserto.
    Davide Filippini, via facebook

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  18. c'è chi sostiene che se invece di essere Italiani i militari fossero stati Americani, Inglesi o Francesi, le autorità indiane si
    sarebbero comportate diversamente.
    Cosa ne pensi a tal prorposito?

    Alfonso

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  19. Sì, lo so, l'Unclos, le acque internazionali, la nave con bandiera italiana, l'India che non si decide, il suo e carcerario sistema giudiziario pessimo (da che pulpito)... Tutto e il contrario di tutto. Per dire niente, alla fine. C'era una dichiarazione giurata di restituzione dei due marò da parte delle autorità italiane alla Corte Suprema indiana. E' stata tradita. Tutti d'accordo nel solito balletto diplomatico delle parti? Forse, non lo so. Quello che so, e che mi nausea, è che questi due NON SARANNO PROCESSATI NEPPURE IN ITALIA. Faranno i soldi, diverranno parlamentari per il loro gesto. Sul quale, per inciso, io non ho mai sentito una sola parola di rincrescimento. Si chiama impunità, ed è vergognosa. C'è ancora da discutere?

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  20. chi sia io che ti ho scritto ha poca importanza...sia un militare o un non militare, parte in causa o non, non c'è differenza...una cosa è certa, tu sei un bullo di quartiere, altro che giornalista...come tuo stile, argomenti solo con ignoranza e disprezzo con chi non è d'accordo con te e in questo caso ciò è ancora più grave dato che si parla di due soldati italiani, non di due assassini...tu di certo non sai neppure che significa portare l'uniforme, essere un soldato...sei uno psuedo intellettuale da strapazzo, ecco quello che sei

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  22. Ho capito. Non mi dirai chi sei dei due.

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  23. Che fossero in acque internazionali o meno pare difficile da stabilire,ognuno dice la sua.
    Però quando dai la parola... ... specialmente una nazione.

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  24. Anonimo delle 18.32 - Esatto ! Se fossero stati 2 militari mericani, non si sarebbero neanche sognati di arrestarli, a parte che per questi lavori di "protezione" sarebbero stati usati i ceffi della "blackwater" a cui - se presi in castagna - il Dipartimento degli esteri 'mericano gli avrebbe dato lo status "diplomatico", per me sono 2 connazionali da aiutare, Vittorio Emanuele e' andato in prigione ? . Poi, Baraldini docet, anche li' promesse non onorate per tirarla fuori dal carcere 'mericano (era complice di attentati terroristici) con la promessa che avrebbe scontato integralmente la pena in Italia. Come prevedibile, dopo un paio d'anni fu lasciata libera, ma in India ste' cose non le sanno ? La scusa di votare fa ridere, per me e' un inciucio con gli indiani che hanno livelli di corruzione e schifosaggine di carceri che anche il peggior carcere italiano a rispetto sembrebbe un hotel a 7 stelle come quello di Dubai.
    Sempre con stima e scusa l'insalata mista.
    Lanzo

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