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Auguri di buone feste. Duemila miliardi di debito, record assoluto.
Salito nella proporzione-record del 5,4% contro il 2% dell'infame
Berlusconi. Prospettive di ripresa: non prima, dicono le ultime
stime, del 2017! Recessione conclamata, in ulteriore salita nel 2013.
In presenza di una tassazione che ha travolto qualsiasi altra misura
passata, mai così pesante, che ha portato nelle casse dell'erario
circa 10 miliardi in più nel 2012. Benzina al picco-record di 2 euro per effetto di ulteriori accise
governative. A fronte di una spesa cresciuta
di 10,5 miliardi, e, soprattutto, erogazioni al fondo salvastati di
30,2 miliardi, record difficilmente superabile se si considera che i
due anni precedenti avevano segnato elargizioni rispettivamente di 4
e 13,2 miliardi. Contropartite ottenute dall'Europa: zero, record negativo. I 4 miliardi pronta cassa dell'Imu già destinati
integralmente al tamponamento del Monte dei Paschi di Siena. Se
questo non è salvare le banche (anche estere) annientando i poveri,
che cosa è? Se non è obbedire da servi, da vermi, agli ordini
stranieri, della Germania in primis, che cos'è? Questo è Monti,
l'uomo dei record. L'uomo che solo gli imbecilli o i mascalzoni
rivogliono, solo perché ha limato qualche punto di spread. L'uomo
che non ha imputato un centesimo dei prelievi abissali, allucinanti
imposti all'Italia alla ricrescita, ma a mantenere un sistema
fradicio. L'uomo che, anche da dimissionario, riserva 1 miliardo agli
stessi enti territoriali che annunciava di voler sforbiciare.L'uomo che ha “salvato l'Italia”, da cosa non si è capito ma non
certo da se stesso. L'uomo che senza mandato popolare ha distrutto un popolo. Ma di questo golpe porta responsabilità anche il capo dello stato. Potremo
a questo punto considerare Monti qualcosa di sciagurato, di indegno,
se non peggio? Potremo trovarci davanti all'alternativa se imputargli
totale e micidiale incapacità oppure una gelida volontà stragista?
Perché non c'è dubbio che quella delle aziende e prima ancora delle
persone distrutte, spazzate via, nell'anno che va a chiudersi, è una
strage. Sabato, Oscar Giannino mi pare in Veneto ha letto un elenco
di imprenditori morti suicidi, ma sarebbe meglio definirli suicidati,
nell'applauso disperato dei presenti. E, francamente, a chi non ha
più nulla viene la tentazione di fregarsene, di sbattersene anche
per i mitici precari della Pubblica Amministrazione, per i
raccomandati delle province, per tutti tranne che per se stesso e la
propria famiglia. Per la quale nessuno mai piange, lotta, scrive,
s'impegna. I nessuno, nell'anno dei record, hanno una sola missione.
Pagare, fino all'ultimo. Scontare l'ultima umiliazione. E poi
uccidersi.
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