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IL SIGNOR ALFREDO

La storiella, chi mi conosce la sa già. La racconto sempre alle cene, riscuotendo puntuale disapprovazione da mia moglie ma anche  immancabile entusiasmo dai commensali di ambo i sessi. Il fatto è che è vita vera, vissuta seppure infantile. Quando ero un bambino, puro come un bambino, un giglio di bambino, io vivevo a Lambrate, in via Carpi, in un fantastico condominio a 3 lotti, costruito dal papà di un caro amico che ho rivisto da poco. Era un piccolo mondo moderno, circondato da mura invisibili e che come cuore aveva un giardino, un fazzoletto di cemento delimitato da un muro di cinta, un francobollo che a noi ragazzini pareva immenso e invece ci tornai, di straforo, qualche anno fa e lo scoprii minuscolo. Lì dentro fiorivano i nostri amori di gigli, destinati a tatuare dolcemente l'anima. Io filavo con una bambina biondissima e bellissima, che si chiamava Carla, che correva più svelta di me, e che all'inizio mi menava ma poi crescendo mi aveva eletto suo amico del cuore e mi ricambiava con entusiasmo. Quanti bacetti, lei, sulla guancia, mentre io, pietrificato d'amore e timidezza, restavo immobile. Avvampavo. Osavo appena dirle: “Debbo dirti una cosa...”, ma poi non trovavo il coraggio e allora lei mi incalzava, e io: te la dico domani. Storie così, melense a raccontarle adesso, immense a viverle a quell'età. Poi, alla sera alle 7, il portinaio, il signor Alfredo, piccolotto, pingue e quasi calvo, chiudeva un'altra giornata d'amore e di sogno schioccando tre volte le mani: clap clap clap, tutti a casa, ci vediamo domani. Io salivo e uscivo sul balcone al primo piano e trovavo già Carluccia nel palazzo di fronte, che mi salutava con la mano. E il nostro amore continuava sul balcone.

Solo che, a volte, il signor Alfredo, che era un romagnolo verace, mi chiamava in guardiola e dopo mi chiedeva: “Mo' dimmi un po', mo cosa ci fai con la Carluccia?”. “Ma niente Alfredo, cosa dovrei farci?”. “Mo' dillo un po' all'Alfredo, mo' ce la lecchi la fighettina?”. Io avvampavo. “Ma Alfredo, ho solo 11 anni!”. Lui rideva osceno, “Ahahe, mo' adesso dici così, mo' tra due o tre mesi vedrai!”. Tra due o tre mesi. Passavano le stagioni ed io non riuscivo mai a dire alla Carluccia quella cosa così importante della quale non c'era alcun bisogno. Poi la vita, ovviamente, ci separò, lei finì a vivere a Milano 2 e quel piccolo mondo non fu più lo stesso. Lo giravo come un piccolo cane randagio e l'Alfredo mi prendeva in giro, diceva che era successo perché non gli avevo dato retta. Mi dava anche lezioni teoriche sulla tecnica, diceva che a Forlì le donne ancora lo rimpiangevano. Tutte. “Anche quelle sposate con dottori e avvocati”, precisava con orgoglio da portinaio. Allora non c'era il telefono azzurro. Più o meno dieci anni dopo andai a salutarlo, che mi trasferivo nelle Marche, dove avevo una ragazza. Come saluto mi chiese se ci leccavo “la feiga”, e si raccomandò tanto. Passarono altri 20 anni, mi prese la nostalgia e un giorno, col mio buon amico Tony, tornai davanti a quel condominio. C'era in guardiola l'Alfredo, non era cambiato per niente. Mi chiese cosa ci facevo lì, come andava la vita, gli spiegai che facevo il giornalista e mi ero appena sposato. Mi chiese se a mia moglie ci leccavo la feiga. Vent'anni che non mi vedeva.

Da allora diverse altre volte sono tornato a gironzolare davanti alla mia vera casa, in via Carpi, 4, una volta vidi anche uscire Carla, che ora viveva nella grande casa dove era cresciuta, sposata, seppi, con una figlia. Io la vidi, lei non mi vide, io non la chiamai, non le dissi fuori tempo massimo quella importantissima cosa inutile, la lasciai svanire per la sua fretta, i suoi impegni. Che altro avrei potuto fare?

L'Alfredo invece non si vedeva più, era malato e recentemente ho saputo che è morto e la cosa mi dispiace. Onore al signor Alfredo e alla sua ars amandi. Ora, non so come, mi torna in mente la sua faccia se vedo Berlusconi a “Porta a Porta”.

Commenti

  1. superlativo e commovente

    Forrest Gump

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  2. è quello che tutte le donne vogliono, ma che non ammettono....il vecchio romagnolo la sapeva lunga....

    GB

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  3. sempre bella , ci ricorda quei tempi e l'enorme mazzo di chiavi lanciato sul bancone dell'ALFREDO. ciao..... lucio

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  4. bel racconto Max, confermo tutto quello che hai scritto sul Sig. Alfredo perché lo chiedeva anche a me.... Anzi aggiungo che diceva sempre: "se ale donne ci leki la feiga, senti come cantano ... haheho" Ciao Tony

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  5. Gran racconto. Quando ho letto "Allora non c'era il telefono azzurro" sono detonato dal ridere. Grazie Max

    Francesco, Roma

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    1. Ci fosse stato il Telefono azzurro, il sig. Alfredo sarebbe finito in tv. Io pure. E in Italia sarebbe scoppiata la fighettina-mania.

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  6. fantastico racconto, e fantastico il signor alfredo. entrambi sono poesia.
    vit.

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  7. se uno vuole legare a sè un a donna, moglie, fidanzata, amante, qualunque sia il tipo di rapporto, deve mettere in pratica con costanza la lezione del portinaio romagnolo...è una legge immutabile....finchè le lecchi la feiga e la fai cantare, la controlli e la manipoli, quando smetti sei finito...prima o poi si vendica, te la fa pagare, arriva anche a distruggerti, senza pietà...qustione di sistema limbico femminile....

    GB

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    1. Non ho capito se valutazioni di questo genere sono profondamente maschiliste o profondamente femministe. O solamente organiche.

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    2. sono neutre, ossia organiche, maschilismo o femminismo non c'entrano, sono elaborazioni cuturali, quindi della corteccia cerebrale, mentre nelle pratiche incoraggiate dal buon vecchio saggio romagnolo entra in gioco la parte limbica del cervello, quella che governa i nostri bisogni e i comportamenti più ancestrali nonchè le emozioni...è la parte dove non risiede la razionalità, dove non vi sono le capacità logiche, linguistiche, matematiche ecc...quelle stanno nella corteccia, mentre nel sistema limbico sta la parte più profonda di ognuno di noi, quella emozionale ...il piacere sessuale è governato dal sistema limbico ed è lì che s'imprimono le sensazioni che ricaviamo attraverso un rapporto sessuale...per dirla in maniera semplice, ma efficace, la feiga è in collegamento diretto con il sistema limbico, più gliela lecchi a fondo e più la governi, la donna, si capisce...il vecchio romagnolo aveva ragione, orko boia se aveva ragione ! i romagnoli sono gente saggia !

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    3. Sì ma l'Alfredo non teorizzava così. Era uomo d'azione.

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