Piccola
eterea questione da verginella smarrita. Tutti i giornali, ci
mancherebbe, millantano se stessi come liberi, veritieri, dediti
all'esclusiva missione di informare e all'unico e solo servizio del
Lettore. Maiuscolo, che fa più scena. Debbo ancora vederla una
testata che strilla: no, noi siamo ladri, bugiardi e al servizio dei
poteri forti dai quali veniamo finanziati e posseduti. Benissimo, fa
parte del gioco questo pretendersi e venire e non venire creduti.
Però c'è qualcuno che, a questo gioco, esagera un po' più di
altri, e forse bara un po' più di altri. Il Fatto per esempio
sponsorizza, ed è un eufemismo, una setta, si chiama Cinquestelle,
il cui padrone, un comico sempre più nuotatore all'acqua pazza,
presenta l'autentico direttore di questo giornale come un amico, un
fratello (che interviste in famiglia, tra una puttanesca e un caffè
corretto!) e perfino, pubblicamente, in piazza, in comizio, “il mio
ministro della giustizia”. Lo stesso giornale è rimasto l'unico a
difendere, contro ogni logica più che ogni evidenza, un altro ex
leader, ex magistrato, talmente malmesso da ammettere lui per primo
di non esserci più, di avere fallito, d'essere saltato. Sulle mine
vaganti della legalità e dell'onestà, aggiungeremmo, quanto a dire
gli autentici Valori ai quali la sua Italia sosteneva d'ispirarsi: e,
come Nemesi, non c'è chi la valga. Ora, il sostegno del solito amico
dell'amico, è lodevole in quanto prova d'amicizia, anche se forse
lievemente omertoso, o se non altro distratto: ma qualcuno riesce a
spiegarmi che c'azzecca con l'informazione pura e nuda e tutte le
altre fandonie per gonzi? Forse che l'amicizia personale, il sostegno
a prescindere, la manica larga, larghissima, la comprensione, la
disponibilità, l'etica elastica, una volta tanto, laddove di solito
non si fanno mai sconti a nessuno, il ruolo da “spin doctor” che
gli attribuiscono altri giornali, cioè di intrigante con la pretesa
faustiana di mettere i suoi amici nei posti chiave del potere, son
tutte robe che vanno al servizio del Lettore (maiuscolo)?
Ho visto la puntata di Report e letto l'articolo di Travaglio.
RispondiEliminaDi Pietro e l'IDV escono dal confronto piuttosto male in ogni caso, tuttavia mi chiedo (faccio solo un paio di esempi) se sia vero o meno che il famoso lascito risalga al '95 ovvero ad alcuni anni prima della nascita dell'IDV... oppure se davvero delle 56 proprietà attribuite a Tonino 46 siano in realtà porzioni della stessa proprietà, la tenuta di famiglia.
Se così fosse, certo l'inchiesta di Report sarebbe nella migliore delle ipotesi lacunosa e nella peggiore faziosa.
Detto questo, Dio ci scampi e liberi dall'eventualità di Di Pietro Presidente della Repubblica...
Ma anche dai giornalisti un po' troppo amici e un po' troppo distratti, quando conviene.
Elimina