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LA PROVOCAZIONE

Sia sempre lode agli addetti di call center, emblemi della società schiavizzata come dice Vendola. Solo che anche loro sono stati addestrati bene a remarti contro. “Buongiorno, io...”. “Intanto le chiedo cortesemente di abbassare la voce”. “Ma se non ho ancora...”. “Le ripeto di abbassare la voce”. E siccome sei già incazzato per un disservizio, nella fattispecie la reiterata spedizione dell'elenco telefonico di carta, che hai disdetto già dieci volte, ci caschi e cominci ad alzarla, la voce. Così finisce in vacca, anche perché, a richiesta di qualificarsi, il santo operatore mette giù. Missione compiuta. Morale: pago 5 euro in bolletta una roba che ho espressamente rifiutato, ma non ho modo di segnalarlo: debbo render grazia di farmi fregare, e, si capisce, con un sussurro. Esalato il quale, ti fanno domande che neanche Mike Bongiorno (“Mi dica in che giorno, mese, anno e in quale forma lei avrebbe operato la disdetta”), per poi risponderti che a “loro” (loro chi?) non interessa, rivolgiti alle Pagine Bianche che poi son sempre la stessa cosa. E infatti, cerco in rete e trovo che di solito, i truffati dell'elenco telefonico vengono liquidati così. Sempre siano benedetti gli addetti del call center, questi moderni servi della gleba della società atomizzata, schiavizzata, negata. Ma per i sudditi-utenti-clienti-cittadini, diritti proprio non ce ne sono?

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