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FUORI DAI DENTI

Non pagheremo noi i vostri orgasmi senili

Siccome la moda, tra politici ma anche giornalisti, categorie non a caso compromesse, è quella non solo di dire e disdire ma anche di scrivere e discrivere, tocca sorbirci anche il Feltri del giorno che vota Grillo perché, sostiene, lo fa godere, gli provoca orgasmi. Ci sarebbe anche il Viagra, ma il Cupio dissolvi a 5stelle ha controindicazioni più generali che fisiologiche e Feltri è di quelli che ormai hanno raggiunto l'età, i soldi e la faccia per dire le fregnacce che vogliono, tanto nessuno li tocca. Certo, se per fare eiaculare Feltri ci volevano le cazzate sfasciste di chi comanda, chissà le estasi che gli ha procurato il suo Cavaliere in 20 anni. Si vede che Feltri ne è uscito erotomane, tendenza De Sade. A proposito di amici, aggiunge il grifagno direttore che lui è molto legato a Di Pietro. Questa, poi. Chissà quanti s'erano messi in testa, leggendo i giornali da lui diretti, che con Di Pietro fosse guerra totale, all'ultimo dossier, all'ultima campagna demolitoria. Ma se lo meritano, le cose che contano non sono mai come sembrano, siamo o non siamo qui a celebrare la decennale mancanza di un opportunista finito qualunquista come Gaber, al quale, ritrovandosi moglie e figlia nel potere “nero”, berlusconiano, non conveniva più distinguere? Che anarchici! Che antisistema, anticapitalisti con proprietà a Milano o Genova e le tenute in Sardegna!

Di Pietro non è l'animale partitico più simile a Berlusconi, come ben sa anche monsù Traraglio, che per l'uomo forte ha un debole? Tutta gente che si annusa e si riconosce più simile che distante, per questioni di censo, di fama. Ma pretendono di parlare a nome dei disperati, quelli che si ammazzano o semplicemente non esistono: e quando mai li hanno conosciuti, quando li hanno frequentati? Dove? Nei Frecciarossa executive, nelle top class, nei ristoranti blindati, nelle tribune vip allo stadio? Negli studi televisivi?
Finiremo per scoprire che Feltri ha un debole per la Guzzanti, questa pasionaria dei Parioli che si è fatta fottere secco mezzo milione di euro per avidità, affidandosi ai faccendieri di quella finanza truffaldina e criminale contro cui conciona nei teatrini okkupati. Gente che se le dai da guidare una macchina ne ammazza un paio, però pretende di guidare un Paese. Gente distonica, in balia di se stessa, delle proprie ybris paranoiche. Guitti che si truccano per sfottere un vecchio liftato ma non gli serve, a lifting stanno messi bene pure loro, tirati, rifatti dalla testa ai piedi, odiandosi nello specchio. Allucinati schiavi degli stessi feticci. Di sfascio, per questo, quanto se ne vuole. Ergo, per il Vittorioso, più si distrugge più si gode. Coglionate senili, a questo punto erano meglio le ovvietà ben condite alla Montanelli, un altro che toppava alla grande ma era molto bravo a farne dei punti di forza, dimostrazioni di autonomia, quando, a volte, era sconfortante miopia. L'avvento di Grillo, per esempio, sconfessa clamorosamente la terapia profilattica di Montanelli, non era affatto vero che l'antidoto a Berlusconi fosse Berlusconi: gl'italiani nutrono una quota di lunatici, di suggestionabili e di scemi assai più che fisiologica, è patologica, cosa che Wanna Marchi aveva calcolato alla perfezione, e quindi passano da un Cavaliere a un Grillo nella convinzione demenziale che ad una buffonata come l'attuale politica si rimedi con una buffonata ancor più clamorosa, chiamata 5stelle dove i candidati vengono scelti via web. Ragionamenti che non si sentono manco in manicomio: dai signori giornalisti sì, invece, e vengono pure presi sul serio.
È questione di concretezza, di sostanza. Io non voto da una vita, e insisto. Ma, per dire, i partiti tradizionali non hanno più neanche uno straccio di programma – battono solo sulle alleanze, cioè con chi andare a letto, anche in ammucchiata; il programma di Grillo, leggetelo, è roba da trattamento sanitario obbligatorio, un tutto e il suo opposto che alla fine si ricompone ricorrendo esaltati alla Grande Madre Gegia. Renzi mi hanno mandato a sentirlo ma non ho capito niente, mi pare uno che parla svelto per non far capire quello che dice. Se proprio debbo trovare un altro livello di serietà, di approccio, di metodo, scopro che il sodalizio di Oscar Giannino, “Fermare il declino”, un programma, un progetto, ce l'ha: sono 10 punti, sintetici, perché, almeno questo si è capito, squadernare 380 pagine di vane parole è cialtronesco. Però, all'interno di quelle asciugatissime linee guida, c'è poi tutta una trama di valutazioni, di considerazioni tecniche, che si possono o meno condividere, ma che almeno filano, sant'Iddio, che hanno un presupposto culturale, di scienza politica, qualcosa su cui confrontarsi, che sale dagli studi economici e sociali. Non la Grande Madre Gegia. Vale la pena di ripeterlo: non sto scrivendo che mi precipito a votare Giannino, il quale mi sembra peraltro già risolto a gettare la spugna. Sto citando un altro modo di combattere lo sfascio, se proprio lo si vuol cercare. Che non consiste nei vaffanculi conditi da esoterismo, nell'afflato jovanottesco (a 65 anni, magari...), nel languore nostalgico da Soccorso Rosso alla Dario Fu, tantomeno a soluzioni titaniche intese a distruggere il poco che resta, così un anziano annoiato ritrova l'orgasmo perduto.
(E, quanto all'ultimo luogo comune per cui i grillini “almeno” sono incensurati, sono onesti, sono puliti, beh, è l'ennesima cazzata: date solo tempo al tempo e poltrone alle poltrone. E poi, se volete, ne riparliamo, ma anche no).

Commenti

  1. Senza Speranza, ma senza Disperazione... continuo a Votare per il meno peggio, sapendo che non rispetteranno le promesse elettorali. Non andare a votare, chiamarsi fuori dalla unica opportunità non la ritengo una buona proposta di soluzione o di cambiamento. Ciao Max. ( Al sabato pomeriggio.. l' ora di lettura del Faro è l'ora più Bella di tutta la settimana.) :-) Roberto

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  2. Anche spedirvelo, al sabato mattina, è l'ora più bella, per me. Grazie.

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