Va' in Africa, Celestino |
LA
CICALA FORMIGONI
Ho
visto Formigoni in un paio di dibattiti televisivi: sembrava lui il
padrone, come nella canzone di Lucio Dalla. E ho provato, caso raro,
una sorta di invidia per non essere lì. Non sarei stato a fargli
tante pippe, a dimostrare di essere più informato, più schiena
dritta, più sottile: avrei usato il rasoio di Occam. Caro Formigoni,
gli avrei semplicemente detto, noi siamo abituati, coi politici
nostrani, ad essere insieme più esasperati e più indulgenti ma io,
se la guardo in modo distaccato, come fosse uno di un altro paese,
vedo solo uno squallido politicante; uno che, a capo di una setta di
fanatici, predica essenzialità, spiritualità e poi si butta col
naso tappato da uno yacht da quaranta miliardi. Il suo amico Daccò,
per la Madonna, si è beccato 10 anni per la bancarotta del San
Raffaele, deve risarcire 5 milioni di euro: proprio vero, dagli amici
mi guardi Iddio, specialmente i suoi. Perché è questo suo amico,
che ha ricevuto dalla regione dove lei comanda 200 milioni in 10 anni
e nella Sanità lombarda faceva e disfava. Lei campa da decenni sulla
leggenda della sua castità, ma si ritrova in regione una come la
Minetti, che fa quello che vuole e lei non fiata, non può dire
niente. Caro “Celeste”, non sono tutti fanatici come i suoi
adepti, c'è anche gente che ha occhi per vedere, e vede. Lei è solo
uno squallido politicante, se ne vada.(e poi me ne andrei io, perché mi caccerebbero)
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