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FIORITO IL LEGALITARIO
Sia detto senza intenzione classista: plebeo alla nascita, plebeo per sempre. Non bastano i resort e i pranzi di ostriche e aragoste a raffinare un Batman all'amatriciana e così Fiorito, nella sua nuova dimora, per prima cosa si è procurato nello spaccio del carcere, apprendiamo dalle cronache, “una cassa di bevande gassate”. Con quelle si gonfia, pensando all'imminente interrogatorio nel quale, ha fatto sapere, porterà tutti a fondo con se'. Benissimo: è la linea, aggressiva, del suo avvocato, Carlo Taormina, pare un po' suicida anche alla luce dei precedenti assistiti, ma poi ciascuno si sceglie il dominus più compatibile. Fiorito è allegro in prigione, sente la sua coscienza leggera come una mongolfiera, la sua sintesi etica è la seguente: “Non ho rubato, ho solo approfittato delle leggi che ci sono”. Veramente Fiorito è stato messo dentro per peculato ed altre faccende. Ma, per pura ipotesi, fondato che possa essere, il suo ragionamento pare un ossimoro, anzi un'aporia; poi le suddette leggi, tipo quella che gli permetterà di andare in pensione, cinquantenne, a 5mila euro al mese a vita, se le sono fatti da soli proprio quelli che “non hanno rubato”. Comunque sia, basta appellarsi alla legge vigente per sentirsi a posto? Ci sono agenti sotto copertura che hanno la proverbiale “licenza di uccidere”, ma che, forse, al centesimo omicidio lecito, la notte hanno qualche problema. Fiorito pensa a se stesso come ad un supereroe non al di là del bene e del male ma ad uno che, se fa il male, lo fa a norma di legge, nella più verace sensibilità italiana dove perfino i terroristi sentono il bisogno di “spiegare” i loro gesti e i rivoltosi vogliono fare la rivoluzione con i carabinieri. A modo suo, er Batman è un legalitario, si appella alla norma, alla regola, al suo spirito. Ma così non significa niente, è un modo per peccare in grazia d'Iddio, difeso da mammà e andrebbe sempre tenuto presente che non è la legge a fare l'uomo, ma l'uomo a fare la legge. Con tutte le incertezze, le contraddizioni, le cinquemila sfumature di grigio del caso. Vale anche per l'informazione: non è un totem, non è una divinità, non è tutto e dappertutto: è una attività umana, sono gli uomini, con i loro errori, le malizie, i pregiudizi, la finitudine, a riempire i giornali, l'etere, la rete. Quando si va in giro a dire che l'informazione è tutto e tutto è informazione, che la legge è tutto e tutto è legge, che l'informazione è la legge e la legge è informazione (ci siamo capiti), le conseguenze possono essere atroci. La meno grave, è che si arriva allo stato totalitario (dove non esiste più l'individuo ma solo il numero, l'elemento della comunità). La più grave è che si arriva al Fiorito.

Commenti

  1. ho appena letto che Fiorito ha detto al GIP di aver preso cio' che gli spettava. Siamo veramente al delirio in Italia. Il problema é che tutto questo trambusto (e l'ho sempre detto) si risolverá cosí come si risolse mani pulite: un Cusani in carcere come capro espiatorio di colpe di tutti, una lucidata alla facciata per poi ricominciare tutto come prima, come la storia dell'italia degli ultimi 20 anni ci ha ahimé insegnato (sempre per chi l'ha voluta vedere senza due fette di mortadella davanti agli occhi messe da Fede, Mentana, Minzolini, Corriere, Repubblica, etc)

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