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LAMENTO DI UN POVERO PIRLA

Così mi ha ridotto la legalità

LAMENTO DI UN POVERO PIRLA
Ecco, adesso sono indignato sul serio. Per ragioni noiose, che sintetizzo, ho dovuto cedere la macchinetta che avevo da quasi 20 anni, rilevando nel contempo quella che mi lasciò mio padre morendo. Occorreva, in poche parole, un doppio passaggio di proprietà, in base alla folle legge dello stato per cui, se ti crepa un parente, tu devi pagare. Per “ereditare” un catorcio, abbiamo speso, noi tre eredi in solido (la moglie e i due figli del trapassato). la modica follia di 810 euro: e non è ancora finita, poi m'aspetta il doppio pagamento dell'assicurazione, la revisione, l'estrema unzione. Sono soldi che si disperdono tutti nei mille rivoli delle pubbliche amministrazioni, cioè burocrazia ladra: doppio contributo provincia, doppia marca da bollo, doppi diritti di morte, di vita, di miracoli, tasse sulle imposte, imposte sulle tasse e così via. Il tutto pressoché raddoppiato da un anno all'altro. Non mi vergogno a dire che, se non ci avesse pensato quasi completamente mia madre (che però è scioccata), io non ce l'avrei mai fatta. È questo lo stato? È questa la logica della sua legge? Io a questo punto sto con quelli che fregano, che girano senza un solo documento in regola, non è disonestà, è sopravvivenza. E questo stato cane non distingue tra i ricchissimi e i disperati, ovvero si accanisce sui secondi. Potessi, stamperei soldi falsi e li ficcherei ogni mattina in bocca a chiunque me li succhia, dal distributore di benzina automatico ai mille lupi quotidiani. Possa vomitare il sangue nero chi mi viene a parlare di legalità, sono i peggiori farabutti, pederasti che predicano bene dall'alto delle loro superpensioni o superingaggi. Non si può restare legali in balia di uno stato criminale, e a dirlo non è un punkabbestia fannullone con la solita superfamiglia alle spalle, o un grillino mentalmente disturbato, ma un povero, un povero vero. Un povero pirla.

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