Egon Schiele, Agonia |
DI LA'
Passa un'ambulanza e
lascia in strada
Disperazione sciolta
nell'angoscia
Mi sforzo: non voglio ma
non posso
Stare senza tornare al
tuo ricordo
Una corda m'attanaglia
ancora
Dal passato che a
differenza tua
Non è morto, rimane
inalterato
Cosa c'è di là, dopo lo
strazio
Dell'agonia che fa
desiderare
Un porto franco
tutt'altro che certo
Cosa c'è di là, oltre
gli abbracci
E la brace che di te
m'hanno reso
Fumo di pipa via senza
profumo
Nella crepa d'un cielo
truce e teso
Cosa c'è di là, mera
memoria
L'eco dilatato di una
storia
Che non fu mai, che non
ha trovato
- forse mi sbaglio - una
conferma seria
Cosa c'è di là, ci
attenda o no
Che ci prende fin dal
primo vagito
E che ostinati
pretendiamo sfuggire
Nelle ambizioni,
costruzioni d'immani
Cattedrali destinate a
sfasciarsi
Nei sorrisi incoscienti
di ragazzi
Troppo pieni di vita al
punto che
la sprecano, quasi fosse
infinita
Ma davvero siamo tutti
pazzi
Che si credono salvi e
non si chiedono
Che cosa c'è di là,
desolazione
O la finzione di
un'attesa estesa
Come l'universo che
imprigiona
Le energie ingannate di
ogni tempo
Dentro una risata come un
rombo
Devastante, immenso,
senza sosta
Cosa c'è di là, una
domanda
Una risposta o giusto la
mancanza
Ridondante dell'una e
dell'altra
Cosa c'è di là, il
ritorno al guscio
La via d'uscita
dell'amore, un pensiero
Che si specchia in se
stesso o il buio imploso
L'incertezza o la
certezza del nulla
Che non c'è appunto
perchè non c'è
Esiste appena ciò che
non esiste
Eppure resta. Assente ad
ogni costo
E lo senti, basta voltar
la testa
Dolente canto d'appesi
manifesti
Cosa c'è di là da quei
cipressi
E quei marmi, da sempre
gli stessi
Raggelati di frasi
desolate
Scommesse a cui nessuno
crede
Cosa c'è di là, dimmelo
prete
Se proprio tu non hai
paura del salto
Se davvero sei certo di
tornare
Alla luce che non hai mai
visto
Cosa c'è di là, un
risarcimento
Un castigo o solamente il
vento
O l'eterno pianto di chi
giura
Di saperla lunga e di
salvarsi
Di preghiere, di rituali,
d'amore
Messo in dispensa per i
tempi oscuri
Cosa c'è di là, forse
una scusa
Usata da quelli che vanno
in chiesa
A respirare a sorsi
soluzioni
Per questioni che non
osano porsi
Cosa c'è di là, se mai
nessuno
Ci ha spedito una
cartolina, un segnale
Se ai sogni ci
aggrappiamo, alla fortuna
D'immaginare un viatico
apparecchiato
Dell'amore di chi ci ha
preceduto
Cosa c'è di là,
soltanto vuoto
O misteriosa fonte di
ogni incanto
Di queste mie parole che
a spirale
In fila, nere, come a un
funerale
S'interrogano senza
potere uscire
Dal mistero che le ha
generate
Cosa c'è di là, cosa,
illusione
Che si mantiene, poiché
mai nessuno
Potrà svelarla tale, se
si spegne
Solo un istante prima di
capire
Attirati dalla
consunzione
Nessuno è risparmiato,
non ci è dato
Sottrarci alla sfida
perdente
Di cosa c'è di là, ma
che conclude
Il viaggio folle
d'orgasmi disperati
Affannosi, non di rado
ridicoli
Sterili non a caso,
trasmissioni
Di scintille mortali,
sono palle
D'un feroce albero di
Natale
Che di croci accese e
spente vive
Trovi la forza, dici, di
sperare
Ma è proprio questo
conato che rimette
In bilico vendemmie di
certezze
Le mie bestemmie in cerca
di ascolto
Un volto da dare a una
mancanza
Che esiste solo qui,
finchè la cerco
Nell'urlo atroce
dell'autoambulanza
Che parla con la voce di
chi tace
Da dove sta o non è, ma
non dà pace
Se mai non
dice cosa c'è di là
Commenti
Posta un commento